“La ritirata di Poste dal capoluogo di Regione è ormai sotto agli occhi di tutti . ha sottolineato in una nota Marco D’Auria, Segretario regionale Slc Cgil Veneto – basti pensare che in tutta la provincia su circa 470 postazioni di lavoro ci sono poco più di 350/360 persone. È incalcolabile la conta dei danni che Poste sta causando all’utenza della provincia di Venezia con una vera e propria politica del gambero, facendo passi indietro invece che investire nel territorio come altre province della nostra regione”. A Padova, tra trasformazioni da part time e full time e sportellizzazioni (da recapito a ufficio postale), le nuove unità sono 22 mentre a Venezia sono 4.
“Venezia è svilita da una dirigenza che non è in grado di valorizzare le peculiarità del territorio – precisa Ciro Casonato, Slc Veneto – un centro storico unico al mondo, e con esigenze della utenza difformi, eppure in tutte le isole del centro storico è rimasto un solo ufficio aperto doppio turno e fra l’altro senza la climatizzazione d’estate ed il riscaldamento d’inverno. Realtà turistiche come il litorale da Bibione a Treporti e da Chioggia a Pellestrina meritano un’attenzione particolare anche in virtù della stagionalità dei luoghi. E invece ci ritroviamo senza personale e con la necessità di distaccare personale da terraferma ad isole con evidenti impatti sul pendolarismo: questo avviene solo perché non si è programmato un turn over. Che Poste stia risparmiando su personale e manutenzione solo per presentare utili faraonici per i soci dell’azionariato, e per rendere appetibile il titolo in borsa? Se perdura questa situazione sarà il caso di aprire qualche vertenza territoriale per segnalare le difficoltà del territorio”.