Le discussioni in corso sulla riforma del modello contrattuale danno sempre più ampio spazio alla contrattazione di secondo livello. Su questo tema alcuni accordi sottoscritti da Poste Italiane negli ultimi tempi possono rappresentare un contributo significativo al dibattito ed alla definizione di soluzioni. Quali sono questi accordi?
Si tratta di due importanti accordi sottoscritti da Poste Italiane ed organizzazioni sindacali negli ultimi mesi e riguardanti il settore del recapito ed il premio di produttività. La materia del recapito e quella del sistema premiante dovevano essere complessivamente riviste, anche in coerenza con l’impegno assunto in sede di rinnovo del Ccnl, avvenuto l’11 luglio 2003 ed in occasione del quale erano state annunciate soluzioni innovative in tema di relazioni industriali, trattamenti economici e flessibilità del lavoro. La scelta è caduta su due questioni centrali: il sistema premiante, poiché troppo distante dai modelli adottati dai grandi gruppi industriali, e il recapito, in ragione della vetustà delle precedenti regolamentazioni, risalenti al 1998 e non più adeguate all’assetto organizzativo aziendale. Entrambi gli accordi sono stati definiti ed articolati prevedendo, in un caso, ampi spazi alla contrattazione di secondo livello, nell’altro, una forte responsabilizzazione dei territori.
Nell’accordo sulla produttività come viene valorizzata la contrattazione territoriale?
L’accordo sul premio di produttività ha introdotto un sistema di incentivazione legato ai risultati conseguiti. Il 65% del premio è collegato al raggiungimento di obiettivi fissati in ambito nazionale all’inizio dell’anno in relazione al margine operativo lordo e ai ricavi pro-capite. Il restante 35% è invece collegato al raggiungimento di specifici obiettivi di produttività, qualità e presenza in servizio, individuati nell’ambito della contrattazione regionale di secondo livello, presso ciascuna delle 22 regioni amministrative. Il meccanismo individuato, legato agli effettivi incrementi di produttività, valorizza quindi la contrattazione territoriale, in quanto può prevedere obiettivi differenti all’interno delle regioni e degli specifici settori.
Quali sono i principali indicatori previsti negli accordi regionali?
Negli accordi regionali, che disciplinano l’erogazione della quota regionale del premio, sono stati individuati indicatori correlati ad obiettivi di qualità, livelli di servizio, customer satisfaction, produttività e continuità della prestazione. Per continuità della prestazione mi riferisco, in particolare, alla valorizzazione della presenza in servizio, sia in termini di assenza in generale che di micro-assenteismo. Ad ogni indicatore è attribuito un peso specifico nella determinazione della quota di premio. In linea con quanto stabilito dalla direzione aziendale, in tutti gli accordi sono stati individuati indicatori di Divisione/Direzione omogenei tra i diversi territori e legati agli obiettivi del management secondo un meccanismo di distribuzione “a cascata” degli obiettivi aziendali.
In termini economici il salario variabile assume dunque un peso significativo nella retribuzione dei dipendenti.
Sicuramente sì, se si pensa che rappresenta mediamente l’8% del salario contrattuale.
Come si intende, invece, responsabilizzare il territorio nell’accordo sul recapito?
L’accordo sul recapito ha valorizzato un doppio livello di confronto: a livello nazionale, attraverso l’istituzione di un Osservatorio paritetico e, a livello regionale, attraverso specifiche sessioni di confronto e verifica sull’applicazione del nuovo sistema. Sono state infatti rinviate al territorio le attività di monitoraggio delle fasi di implementazione dell’accordo e della corretta attuazione dell’assetto regolatorio. L’Osservatorio paritetico nazionale avrà dunque il compito di recepire gli esiti del monitoraggio territoriale, attuando gli interventi più idonei alla efficace realizzazione di quanto definito dalle parti. La valorizzazione del ruolo delle Parti sul territorio si concretizza, inoltre, nella possibilità di individuare a livello locale specifiche soluzioni applicative di flessibilità della prestazione del portalettere, volte a garantire la copertura del servizio. Ciò attraverso l’analisi delle specifiche esigenze locali e delle particolari caratteristiche dei territori, del livello di qualità del servizio, del dimensionamento delle strutture.
Si può affermare, sulla base di questi accordi, che le parti sociali hanno operato, nel corso del 2004, nella direzione della modernizzazione di Poste Italiane, per assicurare il suo progressivo adeguamento agli standard delle altre aziende del Paese?
I due accordi rappresentano altrettante tappe fondamentali nel percorso di crescita dell’azienda, sono il risultato di un lungo ed articolato periodo di confronto che ha avuto inizio con l’avvio delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale. L’accordo sul premio, oltre ad aver modificato la struttura della retribuzione per i circa 150.000 dipendenti di Poste Italiane, ha fortemente rinnovato il precedente sistema premiante, caratterizzato da un sistema di erogazioni “a pioggia” a favore di tutti i dipendenti, attraverso un sistema delle anticipazioni mensili e di un conguaglio di fine anno. Ridefinendo invece le regole del recapito, le parti sono intervenute su un asset strategico per l’azienda, sia per le caratteristiche del settore che il numero dei dipendenti coinvolti, circa 40.000. L’intesa costituisce tuttavia solo il primo passo per realizzare il più complessivo ed ambizioso progetto di riorganizzazione e sviluppo del settore. Il più importante risultato ottenuto consiste comunque nell’aver introdotto elementi di maggiore certezza nella prestazione di lavoro degli addetti al recapito, con auspicabili conseguenze positive anche sui livelli di conflittualità. Riguardo al nostro sistema di relazioni industriali, nonostante le incertezze e le resistenze iniziali, azienda e sindacati sono riusciti a valorizzare concretamente la contrattazione decentrata. Ritengo che in futuro una parte sempre più importante sarà attribuita alle singole unità produttive, che assumeranno un ruolo chiave nella gestione degli accordi.