“Auspichiamo che lo Stato si faccia carico delle spese del cosiddetto welfare informale, che oggi grava quasi interamente sui bilanci familiari di chi ha congiunti non autosufficienti, soprattutto in vista dell’aumento derivato dall’ulteriore invecchiamento previsto della popolazione nei prossimi decenni”. Lo dichiara il segretario confederale dell’Ugl, Marina Porro, presente al convegno ‘Servizi alla persona e occupazione nel welfare che cambia’, dove è stata illustrata la ricerca realizzata da Censis e Ismu per il ministero del Lavoro e delle politiche sociali.
Per la sindacalista “i dati presentati danno il segnale di quanto sia pesante la crisi, sia per le famiglie, che per sopperire alla mancanza di denaro e di programmazione pubblica del welfare vedono uomini e soprattutto donne costretti ad abbandonare un lavoro magari difficilmente conquistato per assistere i propri cari, sia per i babysitter e assistenti non specializzati, che svolgono un lavoro spesso mal pagato e vissuto come rifugio o scelta forzata e non piacevole”.
“E’ importante – conclude – che l’Italia si allinei agli altri paesi europei dove questi costi vengono correttamente compartecipati per la massima parte dalla fiscalità generale”. (LF)