Sei priorità per consentire all’Italia di uscire dal tunnel della crisi e tornare a crescere. Ad indicarle è l’Alleanza delle Cooperative nel manifesto diffuso in occasione dell’assemblea nazionale del coordinamento cui hanno dato vita, poco più di due anni fa, le principali organizzazioni di rappresentanza del movimento cooperativo (Agci, Confcooperative e Legacoop).
Per l’Alleanza Coop occorre, riavviare lo sviluppo dell’economia reale e del lavoro; salvaguardare la coesione nazionale e sviluppare l’equità sociale; dire no ai tagli lineari, sì a interventi calibrati e mirati; avviare una semplificazione amministrativa; ripristinare la credibilità delle istituzioni e la fiducia dei cittadini nei confronti delle stesse; riformare gli assetti istituzionali.
Vanno scongiurati “ulteriori aumenti dell’Iva, a partire da quello che si teme imminente”.
Per le cooperative “particolarmente preoccupante è l’aumento dell’Iva sulle prestazioni assistenziali ed educative: rappresenterebbe un colpo letale per le famiglie e per gli enti locali, costretti ad appaltare i servizi a costi maggiori o ad indurre le imprese a ricorrere a forme di lavoro irregolari”.
Il presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, Giuliano Poletti, nel suo intervento a detto di essere convinto che per favorire la ripresa economica e la creazione di lavoro, nel segno dell’equità, sia necessario che siano orientate a queste priorità le politiche fiscali e di spesa pubblica.
Inoltre, ha detto, servono meno tasse su lavoro e imprese. “Oltre al rafforzamento del contrasto all’evasione – ha aggiunto – chiediamo meno tasse sul lavoro, con particolare attenzione per i redditi più bassi, e sulle imprese che reinvestono gli utili; più tasse sui patrimoni e sulle rendite finanziarie; per quanto riguarda la spesa pubblica, va definitivamente superata la fase dei tagli lineari, dando invece corpo ad una vera spending review che colpisca gli sprechi e premi la destinazione di risorse certe per gli investimenti pubblici”. Così come, secondo Poletti, va ripensato e corretto il patto di stabilità interno, che “blocca risorse preziose per gli investimenti delle Regioni e degli Enti locali”; va rinegoziato il patto di stabilità comunitario “per favorire la ripresa e la crescita; vanno spesi bene i fondi comunitari, soprattutto per aumentare la competitività e l’occupazione nel Sud”.
Poletti considera poi positivo il piano straordinario del governo per l’occupazione giovanile. Parlare di più lavoro significa, ha sostenuto, soprattutto, parlare di “lavoro dei giovani e delle donne”. Ricordando che nelle cooperative rappresentate dall’Alleanza le donne costituiscono il 52,8% degli occupati e che i giovani sono presenti in modo significativo, Poletti ha indicato la necessità di rendere più facili le assunzioni e di incentivare il lavoro stabile. “Queste – ha detto – debbono essere le linee guida per le correzioni alla disciplina del lavoro su cui il governo ha avviato il confronto con le parti sociali e che ci auguriamo vengano rapidamente presentate al Parlamento”.
Dunque, “abbiamo espresso e confermiamo oggi – ha aggiunto – consenso ed appoggio al piano straordinario per l’occupazione giovanile: ci fa piacere che il governo pensi anche alla promozione di cooperative formate da giovani che, a partire dal Mezzogiorno, intervengano nelle aree della cultura, dell’ambiente e delle tutele sociali. Abbiamo anche suggerito proposte specifiche, per interventi diffusi di miglioramento energetico sugli edifici pubblici”. Infine Poletti ha annunciato: “Siamo pronti a concordare e sottoscrivere con Cgil, Cisl e Uil un accordo sulla rappresentanza”.
Il mondo delle cooperative, ha detto ancora Poletti, “chiede al governo, al Parlamento, a tutti i soggetti istituzionali, a tutti gli attori sociali, di “attivarsi per definire e mettere in pratica vere politiche di sviluppo, ed è pronto a fare la propria parte.
“In realtà non abbiamo mai smesso di fare la nostra parte- ha aggiunto – ricordando il lavoro fatto negli anni della crisi per tenere in vita le nostre cooperative, per farle crescere ancora quando è stato possibile, per farne nascere di nuove, per salvare e incrementare il lavoro, per continuare a dare risposte alle aspettative e ai bisogni dei soci e delle comunità di riferimento”. Uno sforzo che ha prodotto risultati positivi. Tra il 2007 ed il 2011, come ha rilevato il Censis, l’occupazione nelle cooperative è cresciuta di quasi l’8%, a fronte di un calo complessivo dell’1,2%; “un obiettivo raggiunto comprimendo la redditività e sacrificando gli utili”.
“Ma nel 2012 e nei primi mesi del 2013, il trend di crescita dell’occupazione – avverte – si è fermato anche nelle cooperative. E dal ricorso crescente agli ammortizzatori sociali, ai contratti di solidarietà, tante cooperative hanno affiancato forme autogestite di solidarietà mutualistica e riduzioni dei compensi degli amministratori, dei dirigenti e dei quadri, in modo da rendere più equi i sacrifici, e da mantenere viva la coesione dei corpi sociali”. (LF)
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