Il ricorso presentato dalla Cgil alla Commissione Europea contro il decreto lavoro “è un errore”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a margine di una conferenza stampa. “Credo sia stato un errore – ha detto – perché si tratta di una legge approvata dal Parlamento italiano e perché nel merito è rispettosa dei dettati comunitari”.
In più, ha aggiunto, il ricorso “si basa su presupposti sbagliati perché la legge precedente sull’avviamento al lavoro con il 68% dei contratti che erano a termine rispettava le direttive europee e oggi una norma di cui neanche si conoscono gli effetti, e che porterà ad un allungamento della durata dei contratti, si dice che precarizza. Penso che sia difficilmente sostenibile”. “Il ricorso è legittimo – ha concluso – ma lo considero un errore, credo che non ce ne fossero le ragioni”.
Opinione analoga da Raffaele Bonanni. Per ll leader della Cisl è “un passo sbagliato sul piano tecnico e politico’. Il numero uno di via Po ha puntualizzato sul fatto che “queste materie non si trattano a botta di ricorsi. Si tratta di un’iniziativa un pò strana perchè nel 2001 era stato raggiunto un accordo per recepire la direttiva europea sui contratti a termine e la Cgil non aderì. Tecnicamente la Cgil commette un errore – ha proseguito Bonanni – perchè il contratto a termine contiene tutte le tutele ed è vantaggioso tanto per le imprese quanto per i lavoratori’.
“La vera battaglia contro la precarietà – conclude Bonanni – dovrebbe essere fatta contro false partite Iva, associate in partecipazioni, residui di Co.Co.Co. nella P.A. e l’uso improprio di Co.Co.Pro. Sul piano politico è anche sbagliato in quanto si tratta ancora una volta di una lotta sorda tra la Cgil ed il Governo Renzi, un litigio interno di partito senza esclusioni di sorta. Questo nuoce al Paese ed anche a Renzi – ha spiegato Bonanni concludendo – perchè il premier finisce per non confrontarsi con il sindacato”.