“Non solo ottieni più soldi, ma anche più autodeterminazione nell’orario di lavoro. La flessibilità non è più un privilegio del datore di lavoro”. Cosi’ il capo della IgMetall, Jörg Hofmann, commenta l’intesa raggiunta per i circa 900 mila dipendenti dell’industria metallurgica e elettrica del Baden-Württemberg. Un accordo che in queste ore si tende a definire ‘’storico’’, soprattutto per le novita’ che introduce nella gestione dell’orario di lavoro.
In sintesi, a quanto riferisce il sito della IgMetall ( www.igmetall.de) i dipendenti dell’industria metalmeccanica del Baden-Württemberg riceveranno un incremento salariale del 4,3% da aprile 2018, e dal 2019 un supplemento pari al 27,5% di un salario mensile. I dipendenti che hanno necessita’ di occuparsi dei figli, o che si prendono cura dei famigliari, o ancora, che lavorano a turni, potranno pero’ scegliere se prendere otto giorni di riposo in piu’ anziché il sussidio supplementare concordato. Due giorni saranno finanziati dal datore di lavoro.
Ma la novità principale, che Hofmann definisce “una pietra miliare sulla strada per un moderno orario di lavoro”, e’ quella che prevede, per tutti i dipendenti, il diritto di ridurre l’orario di lavoro fino a 28 ore settimanali per un minimo di sei e un massimo di 24 mesi. Dopo la scadenza del periodo concordato, il dipendente può decidere nuovamente. “Con questo modello, facilitiamo la riconciliazione tra lavoro e vita privata, e garantire che i nostri colleghi rimangano sani più a lungo”, afferma il sindacalista che ha gestito la vertenza della IG Metall, Zitzelsberger. Per contro, l’azienda potra’ chiedere, e i lavoratori concedere, sempre su base volontaria, prestazioni con orari che superino le attuali 35 massime, arrivando fino a 40 ore.
L’IG Metall si era prefissata diversi obiettivi per questo round di contrattazione collettiva: una giusta quota di aumento, legata al successo economico del settore, maggiore autodeterminazione nell’orario di lavoro, una migliore compatibilità dei tempi dedicati alla famiglia e al lavoro e un aiuto nel lavoro a turni. Obiettivi pienamente raggiunti, conferma Hofmann, sottolineando che “i dipendenti ricevono un significativo aumento del loro reddito reale”, e al tempo stesso, si segna un’inversione nell’orario di lavoro:” in seguito a questa intesa, la flessibilità non è più un privilegio del datore di lavoro, ma puo’ essere utilizzata dallo stesso dipendente. Il nuovo contratto da’ ai lavoratori la possibilita’ di lavorare meno ore, quando ne hanno bisogno, per se stessi, per la loro salute, o per le loro famiglie. Questo dimostra –conclude il sindacalista –che i contratti collettivi possono rendere le condizioni di lavoro allettanti, nell’interesse sia dei dipendenti sia delle imprese”.
La svolta è arrivata nella tarda serata di lunedì a Stoccarda, nel sesto round dei negoziati. Poco più di una settimana prima, invece, si era arrivati vicini alla rottura. L’IgMetall aveva pero’ subito proclamato uno sciopero di 24 ore, e la pressione ha avuto come esito la ripresa del confronto e la sua rapida e positiva conclusione. “Abbiamo dimostrato che possiamo continuare a sviluppare una grande forza di solidarietà per plasmare il futuro del lavoro”, afferma Hofmann, ringraziando il milione e mezzo di tute blu che hanno partecipato alle proteste.
Il nuovo contratto prevede anche un pagamento una tantum di 100 euro per i mesi da gennaio a marzo 2018 e un importo fisso di 400 euro, che sarà pagato entro luglio 2019. A partire dal 2020, l’importo fisso sarà incluso nel volume della tariffa addizionale applicabile alla contrattazione collettiva. Ciò avvantaggia in particolare, osserva l’IgMetall, i gruppi salariali più bassi. Il contratto collettivo è valido fino al 31 marzo 2020.
N.P.