“Un’elaborazione ad uso interno”. Così la Uil giudica la proposta della Cgil su democrazia e rappresentanza.
Paolo Pirani, segretario confederale della Uil, perché questo giudizio?
Perché mi sembra soprattutto un’elaborazione della Cgil per un confronto con la Fiom e per il dibattito interno al partito democratico che si propone di unificare le diverse iniziative di legge per presentare una legge sulla rappresentanza. La domanda che la Cgil deve porsi è se, una volta approvate delle regole, la Fiom le applicherebbe o meno. Per questo dico che è necessario capire su quale modello si applica la proposta della Cgil, qual è il contesto nel quale si parla di rappresentanza. Perché l’azione della Fiom è più politica che sindacale.
Cosa pensate del referendum abrogativo?
Questa procedura di tipo referendario non ci appartiene. L’azione sindacale è libera, non può esistere una parte di popolo che mira a censurare il comportamento dei sindacati. Oggi la sfida è quella del modello partecipativo e dell’assunzione di responsabilità da parte delle associazioni sindacali. Ci deve essere un rapporto tra la rappresentanza e il modello contrattuale.
Non c’è questo rapporto?
Il problema nato nel 2008 riguardava soprattutto la certificazione della rappresentanza. Oggi il problema è l’assunzione di responsabilità rispetto agli accordi che i sindacati firmano e agli scioperi che proclamano, tema che invece la proposta della Cgil non prende in considerazione. Ci devono essere clausole di responsabilità e sanzioni per chi non segue le regole.
Cosa pensate della possibilità di fissare un quorum più alto del 50% per decidere come procedere in una trattativa?
In una democrazia basta il 50 per cento più uno. Un valore più alto rappresenterebbe per qualcuno un diritto di veto, questo è uno dei punti deboli dell’impostazione.
Condividete la richiesta di una maggiore centralità delle Rsu?
No, diventerebbero soggetti autonomi e questo non va bene perché verrebbe a mancare il rapporto tra Rsu, come punto di riferimento in fabbrica, e associazioni sindacali.
E’ necessaria una legge sulla rappresentanza nel caso non si raggiunga un accordo interconfederale?
No, non serve, già c’è lo Statuto dei lavoratori e la Costituzione.
Francesca Romana Nesci