Nel terzo trimestre il Pil, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% nei confronti del terzo trimestre del 2021. Lo rileva l’Istat che conferma i valori di crescita dell’economia italiana del terzo trimestre rilasciati in via preliminare a fine ottobre.
Si conferma anche la crescita acquisita nel 2022 al 3,9%. Il terzo trimestre ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto ai tre mesi precedenti e una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2021.
Rispetto al trimestre precedente tutti i principali aggregati della domanda interna sono in aumento, con una crescita dell’1,8% dei consumi finali nazionali e dello 0,8% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono aumentate, rispettivamente, del 4,2% e dello 0,1%.
La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per 1,6 punti percentuali alla crescita del Pil: 1,4 punti i consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private, 0,2 punti gli investimenti fissi lordi e contributo nullo della spesa delle amministrazioni pubbliche. Anche la variazione delle scorte ha contribuito positivamente alla variazione del Pil per 0,2 punti percentuali. Per contro, il contributo della domanda estera netta è risultato negativo nella misura di 1,3 punti percentuali.
Si registrano andamenti congiunturali negativi del valore aggiunto di agricoltura e industria, diminuiti rispettivamente dell’1,4% e dello 0,9%, mentre i servizi registrano una crescita dello 0,9%.
E.G.