La Cisl Lombardia sarà domani a Pontida per i suoi Stati generali per discutere di “Federalismo alla prova dei fatti. Contrattazione, fisco, welfare e sviluppo”. Interverranno Aldo Bonomi, direttore del Consorzio Aaster, il sociologo Bruno Manghi e il segretario nazionale Giorgio Santini.
Gigi Petteni, segretario generale, quali obiettivi vi prefiggete?
Vogliamo realizzare un federalismo vero, non procedere con parole vuote e tagli indiscriminati agli enti locali. Vogliamo valorizzare le realtà virtuose e permettere un reale decentramento di risorse, autonomie e responsabilità perché sia possibile per le amministrazioni virtuose svolgere una contrattazione decentrata.
In che modo?
E’ necessario estendere la contrattazione decentrata attraverso strumenti che la favoriscano. Ad esempio tra i requisiti per accedere ai bandi di gara per i finanziamenti ci potrebbe essere quello di esercitare contrattazione di secondo livello. Occorre aprire una nuova stagione di strumenti ma si deve attuare anche una riforma di carattere culturale.
Ma è possibile un’estensione della contrattazione di secondo livello?
A mio avviso questa estensione è irrinunciabile, perché è la contrattazione decentrata a cogliere le differenze tra aziende e tra territori. Il contratto nazionale può fare una media rispetto al costo della vita, all’inflazione, agli istituti fondamentali, ma solo la contrattazione di secondo livello può cogliere le singole specificità dei cambiamenti in atto nei rispettivi territori.
La contrattazione di secondo livello non dovrebbe occuparsi principalmente del premio di risultato?
Assolutamente no. A livello decentrato si deve contrattare anche del welfare, della conciliazione tra impiego e tempo libero, del lavoro femminile, della disoccupazione giovanile e della formazione.
Il contratto nazionale non è in grado di rispondere fino in fondo a queste peculiarità.
Che ruolo avrà la bilateralità?
Gli enti bilaterali devono vedere crescere il loro protagonismo, devono essere messi in condizione di svolgere un’azione più mirata nella dimensione territoriale.
Avete un esempio concreto in Lombardia di contrattazione decentrata?
Sì, dopo tante fatiche, abbiamo ottenuto un trasferimento di risorse a livello regionale per gli ammortizzatori sociali.
Questo rappresenta un nuovo modo di gestire le ricadute pesanti della crisi. Noi vogliamo che sia esteso questo ambito, affinché sia favorito un nuovo incontro tra impresa e lavoro che alzi il livello di partecipazione e modifichi il livello di antagonismo.
Francesca Romana Nesci