“Abbiamo sempre sostenuto la necessità di restituire ai lavoratori la possibilità di scegliere il momento in cui accedere al pensionamento, ferma restando la fissazione di una finestra rappresentata da un`età minima e massima in cui esercitare tale libertà”. Lo sostiene il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli, commentando le dichiarazioni del ministro del Lavoro, Enrico Giovannini.
“In questi anni – sottolinea – abbiamo visto come un aumento troppo rigido dei requisiti previdenziali, specie in una condizione occupazionale molto difficile, sortisca effetti controproducenti, sia dal lato della condizione sociale dei lavoratori, che in età matura rischiano di rimanere senza lavoro e nell`impossibilità di accedere al pensionamento, sia dal punto di vista della finanza pubblica, chiamata poi ad intervenire, attraverso deroghe e strumenti di natura assistenziale”.
“Occorre poi considerare – prosegue – che man mano che l`età anagrafica aumenta, entrano in gioco anche elementi di usura soggettiva del lavoro. Il ripristino della flessibilità in uscita, l`utilizzo contrattato e volontario del part time negli ultimi anni della carriera lavorativa, senza penalizzazioni per i lavoratori interessati e lo sviluppo di forme mutualistiche integrative finalizzate a consentire un`uscita anticipata dal lavoro, da sostenere con opportuni incentivi fiscali e previdenziali, possono contribuire positivamente all`obiettivo di aumentare progressivamente l`età effettiva di pensionamento in una prospettiva socialmente sostenibile, prevenendo fenomeni come quello degli esodati”.