La trattativa per il rinnovo del contratto nazionale gas-acqua si è conclusa con un nulla di fatto. Le associazioni datoriali non si sono trovate d’accordo con le crescenti richieste di natura economica delle organizzazioni sindacali, bloccando perciò la trattativa. Il Diario del lavoro ha intervistato Alfredo Pasquali, assistente per le relazioni industriali del presidente di Confindustria Energia.
Pasquali, perché avete interrotto la trattativa?
Sembrava che stesse andando tutto per il verso giusto, quando a un certo punto, dopo ore di discussioni, la trattativa ha preso una piega diversa. I sindacati hanno rilanciato su tutto. Molte cose che ritenevamo importanti stavano arrivando alla conclusione, ma sui temi economici hanno alzato le loro richieste. A quel momento ci è venuto quasi automatico dire di no.
Quale la motivazione di questo atteggiamento dei sindacati?
Non so perché abbiano rilanciato in questo modo. Preciso che è stato un passaggio legittimo, ma a mio avviso inconsueto. Bisogna sottolineare che i sindacati hanno una loro base alla quale rispondere. Ma ribadisco che l’andamento della giornata è stato anomalo, solitamente si contratta al ribasso, invece questa volta si è trattato di una trattativa in rialzo. Ho seguito molte trattative e le assicuro che a volte capita.
In risposta però avete chiuso la trattativa…
Guardi, le faccio un esempio per farle capire la nostra decisione: se io e lei stiamo discutiamo sul prezzo di un bene e io le chiedo un bene al prezzo di 100, per risposta lei non può alzare il prezzo a 110, altrimenti penso subito che non sia interessato a vendere e smetto di trattare. Ribadisco, è legittimo, perché probabilmente si vuole scoprire fino a che punto si può spingere sul prezzo.
Ma siete arrivati a dei punti in comune?
Sì, ma poi dopo tutte le loro richieste, non ci andava bene quasi niente, e su queste basi non siamo disponibili a proseguire a trattare.
Quando vi rivedrete?
Non è stata fissata una data, ma è nella natura delle cose, prima o poi ci rivedremo, non penso che faremo una guerra di sterminio.
Emanuele Ghiani