Settimana scorsa è stato rinnovato il contratto nazionale del settore Energia Petrolio. Alfredo Pasquali, responsabile relazioni industriali di Confindustria Energia, è stato più difficile del solito rinnovare il contratto?
I negoziati sono sempre complicati, anche se oggettivamente questo rinnovo è stato il più difficile che abbiamo avuto. Anche per atteggiamenti dei sindacati.
Nel contratto le parti si sono impegnate a costruire un percorso per la creazione del contratto unico per l’energia. Quali sono i vantaggi dell’unificazione?
Vi sono alcune condizioni temporali e di contenuto che sovrapponendosi finiscono per influenzare le trattative per i tre contratti. Inoltre molte aziende hanno interessi comuni in due o in tutti e tre i contratti dell’energia. D’altronde anche i sindacati sono favorevoli.
Pensa che le altre associazioni datoriali saranno favorevoli alla creazione del contratto unico?
Se riusciamo a costruire un progetto innovativo che non sia una semplice fusione dei contratti e dove i pro sia più dei contro, penso non ci saranno opposizioni. L’importante è innovare e non imporre il progetto, ma condividerlo. Intanto vediamo se riusciamo affermare la necessità di un progetto simile anche nelle trattative di questi giorni per il rinnovo del contratto gas-acqua.
Riguardo al mercato del lavoro avete deciso di mettere un limite temporale ai contratti a tempo determinato. Come siete arrivati a questa scelta?
Le aziende del settore hanno sempre avuto una gestione oculata riguardo ai contratti temporanei. Solamente nel settore della cantieristica, molte aziende, come la Saipem, ne fanno ricorso, ma per lo più non è nell’interesse delle aziende non stabilizzare i lavoratori.
Siete soddisfatti dell’accordo trovato con i sindacati sulla parte salariale?
Per definizione i contratti sono sempre un compromesso, se si pensa alla difficile crisi della raffinazione non si poteva fare di più. Abbiamo dovuto rinunciare all’eliminazione degli scatti d’anzianità perché in cambio avremmo dovuto offrire una contropartita salariale che in questo momento non potevamo garantire.
Dispiaciuti?
Sì, anche se nell’ottica dell’unificazione del contratto questa mancanza si può trasformare in un’opportunità futura. Come dicevo prima sindacati e parti datoriali, se davvero vorranno procedere nell’unificazione contrattuale, dovranno sedersi e creare un contratto innovativo. In questa sede riparleremo degli scatti di anzianità.
Sono previste deroghe al contratto?
No, non essendo così numerose le aziende presenti nel settore, nel contratto siamo riusciti a prevedere tutte le specificità senza bisogno di ricorrere a deroghe.
In generale la riforma contrattuale ha portato benefici?
Nella nuova tornata contrattuale si è vista una certa moderazione salariale, anche se è difficile dire se sia dovuta alla riforma degli assetti contrattuali o all’attuale crisi. Nel settore energia-petrolio, il fatto che la Cgil non avesse firmato l’accordo generale ha complicato la situazione. Comunque la riforma contrattuale non ha portato per il nostro contratto grandi novità, anche se, vista la situazione generale, sarebbero state un fattore positivo.
Luca Fortis