Sarà la Pasqua delle differenze, dal tutto esaurito di chi compra la colomba extralusso da 50 euro a Milano, a chi in tavola non porterà alcun menù speciale, in alcuni casi, neanche l’uovo. È quanto emerge dall’indagine del Centro studi di Confcooperative sulla propensione alla spesa e al consumo degli italiani per la Pasqua, che arriva dopo una pandemia e una guerra, e col cappio dell’inflazione che stritola il portafoglio. Tuttavia, nonostante le difficoltà, afferma l’associazione, gli italiani sono alla ricerca della normalità: 3 su 10 festeggeranno la Pasqua a casa in famiglia; altri 4 su 10 al ristorante e in agriturismo. In viaggio, quasi tutti in Italia, 2 italiani su 10, vale a dire circa 12 milioni di persone. Affari a gonfie vele per agriturismi, ristoranti e hotel, ma 4 strutture su 5 lamentano fortemente una mancanza di personale che ne vincola o limita le attività. Stride, sempre più, la forbice delle diseguaglianze che si allarga per circa 10 milioni di italiani.
Sul fronte consumi per la tavola, la spesa complessiva, secondo l’indagine, sfiora 1,2 miliardi, 100 milioni meno del pre covid e 150 milioni in più rispetto allo scorso anno. Un maggior costo, ma non una maggiore spesa dal momento che l’esborso è spinto dall’inflazione. A casa come al ristorante, in 2 tavole su 3 trionferà’ la tradizione di agnello e capretto. Bene i consumi di pesce che con la quaresima e i venerdì di magro sono aumentati del 30%. Tra le eccellenze enogastronomiche primeggeranno: formaggi e salumi, vini, prosecchi e spumanti nazionali. Malgrado siccità’ e gelate, bene anche l’ortofrutta. Infine, con la “Pasqua bassa” e l’ondata di freddo, in aumento le grigliate e i consumi di uova di cioccolato (28 milioni rispetto ai 25 dello scorso anno) per i più piccoli e di colombe (23 milioni rispetto ai 21 dello scorso anno). Vince poi la tradizione dei dolci regionali, pastiera in testa.
e.m.