Si avvicina la chiusura della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale dei chimici. Sostanzialmente l’accordo è stato già trovato e si è in attesa di alcune limature per poterlo firmare. Augusto Pascucci segretario generale della Uilcem, è molto soddisfatto perché il settore ancora una volta ha saputo arrivare ha un rinnovo del contratto senza scontri.
Pascucci il 18 chiudete?
Sì, il 18 a Milano dovremmo chiudere in anticipo di 13 giorni sulla scadenza del contratto. I risultati saranno di tutto rispetto sia dal punto di vista normativo che salariale. Sono risultati superiori ai rinnovi in altri settori.
C’è già un documento?
I testi saranno affinati domani in un incontro tecnico a Milano. Nell’incontro si farà quindi una sintesi tra le tre piattaforme separate e gli accordi che abbiamo preso con Federchimica e Farmindustria.
Avete trovato una soluzione riguardo agli scatti d’anzianità?
Il meccanismo è stato sospeso. Quelli attuali rimarranno cristallizzati.
Per la previdenza complementare e sull’assistenza sanitaria cosa è stato deciso?
Riguardo alla previdenza completare aumenterà il contributo delle imprese, mentre per l’assistenza sanitaria vi sarà una riduzione del costo dell’iscrizione.
Sul secondo livello di contrattazione che intesa è stata trovata?
Abbiamo previsto una serie di parametri che tengono conto delle diversità territoriali e che serviranno da guida. Per quanto riguarda invece i lavoratori delle aziende in cui non esiste la contrattazione di secondo livello abbiamo deciso un’implementazione della cifra sostitutiva. Inoltre è stata prevista la possibilità di attivare incontri sul territorio per favorire la nascita di un secondo livello di contrattazione nelle piccole aziende. È un passo importante se si pensa che nel settore chimico il 70% delle imprese ha meno di cento dipendenti.
Cos’altro c’è nell’accordo?
Sarà creato un sistema di osservatori per monitorare la situazione del settore, le scelte di investimento e per coordinare le richieste al Governo. Questo sistema è stato anche replicato a livello aziendale per consentire alle Rsu di conoscere le scelte industriali degli imprenditori. Rimarranno invece immutate le norme sulle deroghe al contratto.
In materia di salario le imprese vantavano un credito. Come avete risolto la questione?
Esisteva una maggiorazione di 20 euro dovuta alla differenza tra l’inflazione programmata e quella reale. Ma la partita sul salario è stata giocata su un piano più complessivo e quindi alla fine si è deciso di non sottrarre quella somma, ma di congelare gli scatti d’anzianità.
Quale è la sua impressione sull’impatto della riforma contrattuale nel settore?
Per noi la riforma non è stata molto incisiva. Noi siamo riusciti sempre a avere risultati in termini di salari e diritti superiori agli altri settori.
È stato giusto allungare i tempi del contratto quando in Europa vi è la tendenza a diminuirli?
Sicuramente bisognerebbe tenere in maggior conto i mutamenti inflattivi e i modelli europei sono sicuramente un buon esempio per far ciò.
Chiuso il contratto quali problemi si apriranno per il settore?
Come sindacato pensiamo che bisognerà affrontare i problemi ambientali, favorendo le bonifiche e che si dovranno aiutare le imprese quando entrerà in vigore il sistema europeo Reach sulla tracciabilità delle sostanze chimiche e il loro impatto ambientale. Tali norme, infatti, comporteranno un maggior costo per le imprese.
Luca Fortis