Dopo l’apertura di Confindustria nei confronti della Cgil dei giorni scorsi oggi si vede se le posizioni si riavvicineranno. Un patto sociale tra imprese, banche e sindacati, per condividere un’agenda di riforme, assumere impegni diretti e definire proposte per spronare la politica. Questo l’obiettivo del tavolo aperto a Roma, nella sede dell’Abi. La proposta è di fare fronte comune, di cercare una posizione condivisa per dar forza alla richiesta al governo di varare le riforme necessarie per sostenere una crescita ancora troppo debole nella difficile fase di uscita dalla crisi. Presenti Cgil, Cisl, Uil e Ugl; l’Abi e l’Ania; Rete Imprese Italia, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confapi, Confagricoltura, Coldiretti, Lega delle Cooperative e Confcooperative.
Il presidente di Confindustria nei giorni scorsi aveva preannunciato che “non avrebbe portato un’agenda, ma che avrebbe lanciato alcune riflessioni”. Il confronto si tiene su un ventaglio di temi che da tempo la presidente di Confindustria sottolinea come vitali per un’agenda delle riforme. I temi trattati sono quindi la crescita del paese e l’occupazione, la riforma fiscale, il credito per sostenere le imprese, la ricerca e l’innovazione, la lotta alla burocrazia che frena le imprese, le infrastrutture che mancano, scuola e Università, l’energia e il nucleare, la spesa pubblica improduttiva da tagliare, il percorso per liberalizzazioni e più mercato.
La leader di Confindustria aprendo il tavolo ha diviso in tre gruppi i punti di riflessione che ha messo sul tavolo di confronto tra imprese e sindacati: le cose da fare per il 2011, le cose che possono fare imprese e sindacati, le richieste alla politica. Ha quindi proposto un metodo di lavoro per arrivare, approfondendo il confronto in diversi tavoli tecnici per singoli temi, a proposte condivise entro la fine dell’anno.
Per il 2011 la leader di Confindustria propone di chiedere con una posizione comune la proroga degli ammortizzatori sociali in deroga, detassazioni del salario di produttività, un aumento della platea dei lavoratori in mobilità esclusi dall’innalzamento dell’età pensionabile perché non si trovino nell’impossibilità di andare in pensione alla scadenza della mobilità.
Gli impegni che possono prendere direttamente imprese e sindacati, ha indicato ancora Emma Marcegaglia, riguardano la possibilità di lavorare sulla capacità di attrarre investimenti in generale e, più in particolare, con politiche per aumentare gli investimenti per il Sud.
Il terzo capitolo riguarda le richieste alla politica. La presidente degli industriali ha premesso che i margini di manovra sono stretti, perché “ci sono pochissime risorse e perché bisogna mantenere la politica di rigore sui conti pubblici anche in vista dei vincoli che fisserà l’Unione Europea”. (LF)