L’allargamento ad est avrà dei costi elevati per tutti gli Stati attualmente membri dell’Ue, Italia inclusa. Il Sud infatti potrebbe risentire negativamente dell’aumento della concorrenza, sia in termini di mercato che in quelli occupazionali, e pagare pesanti conseguenze. Queste le perplessità emerse nel corso della presentazione, svoltasi oggi al Cnel, del secondo Rapporto sulla coesione sociale ed economica. “Secondo noi – ha detto uno degli esponenti di Confindustria per il Mezzogiorno, Bozzetto – non sono stati valutati attentamente gli impatti negativi che l’allargamento avrebbe sull’Ue. È necessario tener presente che, in un’Europa dei 27, molti investimenti saranno diretti ad est a scapito del nostro sud, e che la maggiore competitività potrebbe danneggiare alcune produzioni manifatturiere meridionali. Per limitare questi effetti negativi è necessario massimizzare l’efficacia della programmazione per il 2000-2006 sviluppando infrastrutture e formazione”.
Il segretario confederale della Cisl, Giorgio Santini, parlando a nome di Cgil-Cisl e Uil, ha espresso soddisfazione per l’approccio usato nel Rapporto, dove sono messe in particolare evidenza le politiche regionali. “In vista dell’allargamento – ha poi sottolineato Santini – il ciclo dei fondi 2000-2006 deve far fare un salto di qualità all’Italia: Comunque ci sono alcuni dettagli del rapporto che mi lasciano perplesso. In primo luogo noto un’asimmetria fra le problematiche dell’allargamento e la riconferma da parte della Comunità delle precedenti posizioni. In secondo luogo, apprezzo molto l’accento dato alla politica regionale, anche se voglio ricordare che le regioni non devono essere considerate solo per il trasferimento delle risorse. per questo sostengo che sia necessario fissare nuovi obiettivi per le politiche regionali”. L’ingresso dei 12 paesi candidati – ha invece detto il ministro plenipotenziario del ministero degli esteri, Rocco Cangelosi – comporterà dei costi elevati: È obbligatorio quindi valutare con più attenzione l’allargamento, nel quale dobbiamo riuscire a mantenere l’equilibrio di coesione. Cangelosi si è poi messo dalla parte dei contribuenti e si è chiesto per quale motivo i cittadini europei dovrebbero essere disposti a pagare di più per consentire l’ingresso dei candidati. Il Rapporto è stato presentato dal rappresentate della Commissione Europea, Vasco Cal. Nell’Europa dei 27 – ha esordito Cal – lo scenario economico è destinato ad un radicale cambiamento. Se da un lato aumenterà di un terzo la superficie, dall’altro il Pil crescerà solo del 5%. Ma al di là di questo, l’Europa allargata evidenzierà ancora di più le disparità regionali già esistenti. I divari di reddito fra paesi e regioni sono destinati a raddoppiare, la disoccupazione probabilmente a crescere, così come la povertà.