Gli auspici di Luigi Sbarra si sono avverati: la commissione Lavoro della Camera ha adottato il testo base della Cisl sulla partecipazione. A renderlo noto e’ stato il presidente della Commissione, Walter Rizzetto (Fdi). “È un passaggio quasi storico – ha affermato Rizzetto- per molto tempo la politica si è avvicinata alla partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili dell’impresa. Ora ce la stiamo facendo. Con grande soddisfazione e riconoscimento abbiamo adottato come testo base la proposta della Cisl sulla quale sono state raccolte oltre 400mila firme”.
Il termine per gli emendamenti è stato fissato per giovedì 9 maggio alle 12. ” Siamo in pista per portarla in aula a maggio di quest’anno- ha detto ancora Rizzetto- Ci aspettiamo poi un iter rapido al Senato”. Quanto alle opposizioni, ha spiegato, “si sono astenute sull’adozione del testo base e le ringrazio. È un grande segnale di apertura”.
Giustamente soddisfatto il leader della Cisl Luigi Sbarra: “Oggi è una giornata importante, potenzialmente decisiva, per la qualità della democrazia economica in Italia. Le forze politiche che hanno presentato alla Camera progetti di legge sulla partecipazione hanno infatti deciso di ritirare i propri testi adottando come testo base la proposta di legge di iniziativa popolare della Cisl”.
“Voglio dire grazie a tutti i firmatari delle Pdl di iniziativa partitica, ai Presidenti Walter Rizzetto e Marco Osnato, ai componenti delle Commissioni che hanno condiviso questa impostazione, ai capigruppo di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, per l’atto di grande responsabilità e sensibilità sociale, che valorizza un metodo concertativo e pone condizioni ideali per una rapida approvazione del provvedimento nei due rami del Parlamento” ha proseguito Sbarra, che ribadisce: “l’auspicio, a questo punto, è che già nei prossimi giorni si determini la convergenza politica più ampia verso un disegno di legge pienamente bipartisan: andiamo avanti insieme e uniamo il Paese su una legge di civiltà che promuova, attraverso la contrattazione collettiva, il diritto dei lavoratori a star dentro alle decisioni e agli utili delle imprese per salari più alti, più qualità e stabilità del lavoro, maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro, aziende più produttive, buona flessibilità organizzativa, investimenti e occupazione ben radicati sui nostri territori”.
La legge, depositata alla Camera lo scorso novembre, corredata da circa 400 mila firme di cittadini italiani, è stata battezzata con un nome evocativo: “La partecipazione al lavoro”. L’obiettivo della Cisl è dare attuazione all’articolo 46 della Costituzione sulla democrazia economica e la partecipazione gestionale, finanziaria, organizzativa e consultiva dei lavoratori alle imprese. Il testo è composto da 22 articoli, e punta a modificare il rapporto fra lavoratori e imprese (pubbliche e private), senza imposizioni ma attraverso accordi contrattuali, come del resto prevede da sempre la ‘’dottrina Cisl’’, storicamente contraria alle imposizioni legislative su materie che considera appannaggio delle parti sociali. Non a caso, nel testo della legge si fa riferimento ad alcune decine di accordi raggiunti in questi anni dai sindacati con molte grandi imprese, contenenti varie forme di partecipazione. Per quanto riguarda gli oneri delle nuove norme, ammonterebbero a circa 50 milioni di euro, e, secondo la Cisl, potrebbero essere forniti dal “Fondo per interventi strutturali di politica economica (legge 282/2004)” alla voce “Definizione degli illeciti edilizi”: vale a dire, dalle entrate derivanti dal condono edilizio.
Nel dettaglio del testo, ai primi due articoli si presentano e finalità della legge e le definizioni di partecipazione gestionale, economico-finanziaria, organizzativa e consultiva, nell’art 3 si passa invece a esplicitare come queste diverse forme possano realizzarsi concretamente: dall’ingresso dei rappresentanti dei lavoratori nei Consigli di sorveglianza nelle imprese che adottano il sistema dualistico di governance e, all’articolo 4, alla partecipazione al consiglio di amministrazione delle società sulla base delle modalità stabilite nei contratti.
Come già detto, non ci sono obblighi per le imprese private di aderire a questo modello, mentre all’articolo 5 si prevede che le società a partecipazione pubblica debbano integrare il Cda con “almeno un amministratore designato dai lavoratori dipendenti”. L’articolo 6 regola invece la materia della distribuzione degli utili aziendali ai dipendenti, prevedendo un’imposta sostitutiva su questi redditi del 5% entro il limite di 10mila euro annui lordi. Un’altra innovazione è all’articolo 7 relativamente allo strumento partecipativo dei “piani di azionariato”, con l’attribuzione, su base volontaria, ai lavoratori dipendenti, di strumenti finanziari per il possesso di quote di capitale delle imprese.
E ancora, si attinge al diritto anglosassone per introdurre nell’ordinamento giuridico italiano il cosiddetto voting trust, (nella legge denominato “Accordo di affidamento fiduciario per la gestione collettiva dei diritti derivanti dalla partecipazione finanziaria”): in pratica, un fondo fiduciario a cui i lavoratori possono affidare le loro quote azionarie per farle pesare nelle votazioni delle assemblee societarie. Gli articoli dal 9 al 15 regolano poi la partecipazione organizzativa e quella consultiva, i premi per l’innovazione e l’efficienza, gli obblighi formativi dei dipendenti coinvolti nelle diverse forme di co-decisione.
Le agevolazioni fiscali sono definite dall’articolo 19: nella proposta della Cisl, per i lavoratori diventerebbero deducibili le spese per un piano di partecipazione finanziaria (previsti all’articolo 7) fino a un massimo di 10mila euro l’anno e i premi per l’innovazione descritti all’articolo 10. Altre deduzioni sarebbero possibili per le aziende che promuovano i piani di partecipazione finanziaria, con gli stessi limiti per ogni lavoratore e dell’intero valore delle azioni in caso di assegnazione gratuita ai dipendenti. Infine, la proposta di legge prevede l’istituzione, presso il Cnel, di una “Commissione nazionale permanente per la partecipazione dei lavoratori” e, presso il ministero del Lavoro, di un “Garante della sostenibilità sociale delle imprese”.
Redazione