La Cisl chiede al Senato di approvare il testo di legge sulla partecipazione senza necessità di correzioni emendative rispetto a quello già licenziato dalla Camera, per non rallentarne il processo parlamentare.
“Siamo profondamente interessati all’approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione elaborata dopo il nostro XIX congresso del 2022. In quell’occasione, la Cisl ha scelto di promuovere la partecipazione come metodo moderno e responsabile nelle relazioni sindacali e industriali, in attuazione dell’art. 46 della Costituzione”, ha sottolineato il segretario generale Daniela Fumarola nel corso di un’audizione nella commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato e previdenza sociale di Palazzo Madama.
“Dopo un lavoro condiviso con tutte le categorie, abbiamo depositato la proposta in Cassazione il 20 aprile 2023, avviando una campagna che ha raccolto quasi 400.000 firme – ha ricordato – un risultato che testimonia la volontà diffusa di rendere i lavoratori protagonisti nella vita delle imprese. A gennaio 2024 è iniziato l’iter parlamentare: la proposta, ora Atto Camera n. 1573, è stata accolta come testo base dalle Commissioni Lavoro e Finanze, ricevendo ampio sostegno bipartisan. La legge di bilancio 2025 ha previsto 71 milioni per il Fondo destinato alla promozione della partecipazione, superando le nostre stime iniziali. Il 23 gennaio 2025 le Commissioni hanno approvato il testo con 33 emendamenti, e il 26 febbraio la Camera lo ha approvato definitivamente. Questo percorso dimostra come il valore della nostra proposta sia stato riconosciuto da tutte le parti in causa, rafforzandone la portata sociale ed economica- ha aggiunto Fumarola – i fondamenti culturali della proposta, il suo legame con la storia della Cisl, l’idea di lavoro sottesa all’articolato normativo in discussione li abbiamo presentati in diverse sedi”.
La numero uno della confederazione ha spiegato che “la legge si applicherà ad ogni impresa: semplicemente non saranno previsti obblighi ulteriori per le sole società a partecipazione pubblica. Medesimo discorso per quanto concerne le procedure di consultazione nelle amministrazioni pubbliche (ex art. 13) e la consultazione preventiva e obbligatoria negli istituti di credito, nelle banche e nelle imprese erogatrici di servizi pubblici essenziali (ex art. 15).
Non sono state approvate le discipline speciali, ma quanto previsto nella legge, se approvata, sarà vincolante anche per il datore di lavoro pubblico, per gli istituti di credito e per le imprese che erogano servizi pubblici essenziali”.
La proposta della Cisl, ha poi osservato, “in coerenza con il suo tradizionale approccio alla legislazione in materia di lavoro, non ha natura prescrittiva né sanzionatoria: il nostro obiettivo è stato quello di promuovere la logica partecipativa per il tramite della contrattazione collettiva aziendale (che la realizza nelle singole imprese) e nazionale (che ne determina la cornice di funzionamento). Per questo non reputiamo stravolgenti gli interventi che hanno superato i vincoli previsti per le aziende a maggioranza statale in materia di partecipazione gestionale e per le imprese più grandi nell’ambito della partecipazione. Senza timore di smentita, osserviamo con soddisfazione la conferma di ben sette rimandi diretti e uno indiretto alla contrattazione collettiva in solo quindici articoli. In altre parole: per tutte e quattro le forme di partecipazione è previsto almeno un meccanismo di obbligatoria regolazione contrattuale”.
“Vi sono anche altre ragioni per le quali non nascondiamo il nostro sostegno a questa legge. In primo luogo è stata preservata l’ossatura tecnica e culturale della proposta originaria: soft law di sostegno alla contrattazione collettiva; quattro forme di partecipazione (gestionale, economico -finanziaria,organizzativa e consultiva); disponibilità di incentivi mirati; è stato preservato il diritto soggettivo alla formazione per i dipendenti che “partecipano”: una novità innanzitutto culturale, che ci auguriamo diventi modello per la contrattazione collettiva, anche oltre le dinamiche partecipative. Nel percorso parlamentare – ha concluso Fumarola – sono stati maggiormente coinvolti gli enti bilaterali, oltre che i fondi interprofessionali e il Fondo Nuove Competenze, per diffondere la partecipazione nelle piccole e medie imprese. In coerenza con quanto esposto, la Cisl invita la Commissione e tutto il Senato della Repubblica a procedere convintamente verso l’approvazione dell’A.S. 1407 come trasmesso dalla Camera dei Deputati, senza necessità di correzioni emendative che ne rallentino il processo parlamentare”.
E.G.