“La chiusura parziale dell’area a caldo dell’Ilva di Taranto sarebbe una iattura. Rischierebbero il posto circa cinquemila operai e, considerando l’attuale congiuntura economica, sarebbe difficile ricollocare tutte queste unità”. Così Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, risponde ai rischi connessi ad un eventuale pronunciamento della magistratura, a seguito dell’indagine a carico dell’impresa per i reati di inquinamento ambientale.
“Mi auguro -sostiene il dirigente sindacale proprio nelle ore in cui presso il ministero dell’Ambiente si sta svolgendo una riunione tecnica al riguardo, a cui sono stati invitati rappresentanti del ministero dello Sviluppo economico, del ministero per la coesione territoriale e della Regione Puglia- che non si arrivi davvero a tanto perché il danno socio-economico sarebbe incalcolabile. L’indagine in questione si riferisce a reati che, qualora venissero accertati, riguarderebbero comunque ex dirigenti e fatti eventualmente accaduti in passato. All’azienda e al lavoro svolto dagli appositi tavoli di concertazione va riconosciuto di aver compiuto grandi passi in avanti sul piano del risanamento ambientale. L’Ilva ha investito molto in fatto di ambiente e sicurezza negli ultimi tempi”.
Palombella conferma tutta la sua fiducia nell’operato dei magistrati: “La preoccupazione c’è – ribadisce, ma siamo altrettanto convinti che la Magistratura esprimerà valutazioni con grande serenità, senza alcun tipo di condizionamento, comprendendo bene la portata che presenta per intero questa vicenda”.