Si è svolto ieri presso la sede dell’Assessorato del Lavoro della Regione Sicilia, l’incontro tra Almaviva Contact e i sindacati di categoria Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Ugl Tlc. Sul tavolo tecnico la discussione del cosiddetto Piano di qualità, per l’analisi e il controllo della produttività, della qualità e dell’efficienza.
In un comunicato l’azienda sottolinea come il testo ha come obiettivo il rilancio del call center palermitano, attraverso un percorso che si articola in tre fasi: monitoraggio e analisi dei dati in relazione agli standard di efficienza e qualità; individuazione delle specifiche aree di potenziamento; identificazione dei percorsi formativi utili al miglioramento delle performance anche attraverso l’utilizzo di moduli multimediali.
Per quanto riguarda l’aspetto formativo, nel comunicato si legge come eventuali percorsi saranno pianificati sulla base di colloqui individuali. Si legge inoltre che verrà istituita una commissione paritetica, composta dalle Rsu, dalle sigle firmatarie e dai rappresentati dell’azienda, con il compito di vigilare sulla corretta applicazione dei contenuti presenti nell’intesa.
L’accordo tuttavia ha diviso i sindacati: mentre Cisl, Uil e Ugl hanno firmato l’intesa, ma la Cgil si è chiamata fuori. Per la Slc-Cgil siciliana, infatti, l’intesa mette in atto una violazione dell’articolo 4 della Satuto dei Lavoratori, che vieta l’uso di sistemi per il controllo a distanza delle attività dei lavoratori. Inoltre, la Slc continua a ribadire come Almaviva non stia minimante tenendo fede agli impegni presi con l’accordo del 23 maggio 2017.
A oggi, denuncia il sindacato, “le uniche azioni messe in campo sono stati i sacrifici richiesti ai lavoratori”, con la rinuncia per un anno al Tfr e il congelamento degli scatti di anzianità. L’altra faccia dell’accordo, che prevedeva tutta una serie di investimenti per l’innovazione tecnologica e la formazione e, sul piano delle relazioni industriali, un contratto di secondo livello, secondo la Slc Cgil è stata “totalmente disattesa dall’azienda”.
Maurizio Rosso, segretario generale della Slc-Cgil Palermo, continua a ribadire, (come già era stato riportato in un articolo del Diario) “il totale disimpegno” da parte di Almaviva di rispettare gli impegni presi: “Non abbiamo nessuna informazione sulle modalità e le cifre che sia l’azienda che la Regione vogliono mettere in campo per il rilancio dello stabilimento”.
“Quello che ci aspettiamo – prosegue Rosso – sono coordinate chiare su aspetti ancora del tutto trascurati: esodo incentivato, le 100 postazioni di information technology e l’avvio di una discussione sul contratto di secondo livello”.
Altro fronte ancora da chiarire è la cessione di un ramo di azienda alla Newco Srl. L’annuncio era stato dato in una lettera, datata 3 aprile, che Almaviva aveva inviato al presidente e al vicepresidente della Regione, al sindaco di Palermo e alle organizzazioni di rappresentanza.
I motivi di questa operazione, che sarebbe dovuta andare in porto entro 25 giorni, risiedevano nel continuo calo dei volumi e nell’abbassamento delle tariffe, al di sotto del costo del lavoro, da parte dei committenti. Fin da subito erano state molto forti le perplessità del sindacato: se il cattivo andamento del mercato era la causa principale delle performance poco brillanti dello stabilimento palermitano – è l’obiezione dei rappresentanti dei lavoratori – non si capisce in che modo una nuova proprietà avrebbe potuto ovviare a queste problematiche.
“Anche la storia della Newco -afferma Rosso- non ci convince assolutamente. Crediamo che si tratti dell’ennesima “bufala” da parte di Almaviva per sottrarsi ai suoi obbligo, e giocare al ribasso sulla pelle dei lavoratori.”
Il prossimo appuntamento tra le parti è comunque fissato per il 18 giugno, sempre all’Assessorato del Lavoro, per discutere della gestione degli esuberi e degli esodi incentivati.
Tommaso Nutarelli
@tomnutarelli