La notizia e’ di quelle che si possono definire ”una bomba”: “Si abolisce il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi”. E’ la secca comunicazione contenuta nel comunicato ufficiale di Palazzo Chigi al termine del consiglio dei ministri di ieri sera che, nelle prime linee guida sulla legge di bilancio, annuncia anche lo stop alle limitazioni per l’accesso a una delle facolta’ piu’ ambite. Una misura voluta dal vicepremier Luigi Di Maio, sembra, per ”supplire alla carenza di medici”, e decisa dal consiglio dei ministri ieri sera.
Peccato che non sia andata esattamente cosi’. Tanto che proprio i ministri interessati, e cioe’ Giulia Grillo, ministro della Salute, e il collega dell’Istruzione Bussetti, sono caduti dalle nuvole: nessuno li aveva informati e, sopratutto, non se ne era proprio parlato: “Voglio essere sincero, a me non risulta questa cosa. Farò le dovute verifiche ma non mi risulta nulla di simile”, ha commentato Bussetti. Poco dopo, una nota congiunta firmata dai titolari di Salute e Istruzione precisava: “Aumentare sia gli accessi sia i contratti delle borse di studio per Medicina” è “un auspicio condiviso da tutte le forze di maggioranza che il Governo intende onorare”, ma si tratta di un obiettivo che si raggiungerà “per gradi” e secondo “un percorso condiviso” con tutti i soggetti interessati, “a cominciare dalla Conferenza dei rettori delle università italiane”.
A questo punto anche Palazzo Chigi ha dovuto rettificare il suo stesso comunicato, smentendo la notizia: nel Cdm, afferma la nuova nota della Presidenza, non si è decisa la “abolizione del numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi”, come spiegava il comunicato stampa serale, ma si tenderà a un “superamento del numero chiuso per l’accesso alla facoltà di Medicina” che, precisa Palazzo Chigi, “è un obiettivo politico di medio periodo per il quale si avvierà un confronto tecnico con i Ministeri competenti e la Conferenza dei Rettori delle università italiane”. Il confronto, si precisa, “potrà prevedere un percorso graduale di aumento dei posti disponibili, fino al superamento del numero chiuso”, conclude la presidenza del Consiglio.