“L’incontro conferma le ragioni dello sciopero generale proclamato per il prossimo 29 novembre: il ministro Zangrillo ha chiarito che la manovra in discussione in Parlamento non incrementerà le risorse stanziate per il triennio 2022 – 2024”. Lo affermano, in una nota, Cgil e Uil al termine dell’incontro con il Ministro della Pubblica amministrazione.
“Nel difendere la scelta del Governo, Zangrillo ha comunicato la sua piena soddisfazione per ciò che prevede la manovra. Nel disegno di legge di bilancio non ci saranno risorse in più, nonostante, lo stesso Ministro ammetta che il 6% sia molto al di sotto dell’inflazione, che nel triennio ha registrato un livello record superiore a 16, producendo e programmando un pesante taglio ai salari”. “Nulla quindi – spiegano Cgil e Uil – per aumentare i salari dei dipendenti, nulla per superare il tetto della contrattazione integrativa, nulla rispetto al superamento del blocco del turn over e sulla stabilizzazione dei precari, nulla per superare i pesanti tagli degli organici nella scuola”.
“Esiste – aggiungono Cgil e le Uil – un problema di sperequazione salariale anche tra comparti, urgono interventi per aumentare i trattamenti tabellari su funzioni locali, sanità, istruzione e ricerca, comparto e dirigenza, e le stesse funzioni centrali. I dipendenti pubblici italiani sono penalizzati non solo rispetto ai privati, ma anche rispetto al panorama europeo: infatti a parità di titoli di studio, funzioni e professione i nostri stipendi sono più bassi della media europea”.
“Per questi motivi, insistiamo nel dire che occorre cambiare rotta rispetto alle politiche finora adottate, superando i tagli ai servizi pubblici a partire da istruzione e salute, si rafforzano ancora di più le ragioni del nostro sciopero. Il Ministro in conclusione ha proposto la convocazione di un tavolo di cui però non ha chiarito né il perimetro né il contenuto, dunque rimangono tutti i punti aperti della nostra vertenza sui settori pubblici” concludono Cgil e Uil.
Di giudizio diverso la Cisl e la Funzione pubblica della confederazione di via Po’ che giudicano ”positivamente ed estremamente importante” il confronto sui temi della Legge di Bilancio e, più in generale, sui problemi della sanità. È quanto sottolinea in una nota congiunta la Confederazione.
La Cisl nel suo intervento ha valorizzato ”lo sforzo attuale per consolidare il fondo sanitario nazionale con lo stanziamento di ulteriori 2,3 mld di euro e per la volontà di proseguire nel rafforzamento dello stesso arrivando già nel 2026 a conseguire l’obiettivo di circa 140 mld a compensazione dei gravissimi tagli lineari occorsi nel passato”.
Per il sindacato, ”è urgente allocare preliminarmente le risorse previste su aspetti di particolare criticità del sistema fra i quali il taglio alle liste di attesa, la medicina territoriale, senza perdere di vista temi importanti fra i quali la prevenzione, la sanità ospedaliera e l’emergenza urgenza”.
”Occorre adesso un colpo di reni per affrontare di petto le questioni legate al personale, ad iniziare dal superamento degli attuali limiti ai tetti di spesa per le assunzioni, tarati su regole ormai obsolete, al fine di colmare le attuali gravi carenze di organico. Serve poi – afferma la Cisl – una diversa politica di riconoscimento economico del lavoro fatto dai professionisti della sanità per cui occorre al più presto rinnovare i contratti collettivi nazionali per la tornata negoziale 2022-2024”.
Cisl e Fp Cisl hanno auspicato il ”pieno coinvolgimento del Governo sia per la redazione del prossimo piano sanitario nazionale ormai scaduto da tempo che per offrire un contributo utile all’impostazione dei decreti attuativi in materia di dotazioni organiche, così come sarà opportuno continuare a rafforzare le misure per contrastare le aggressioni in sanità”.
Valutazione positiva anche da parte di Marco Carlomagno, segretario generale della Flp. “Esprimiamo soddisfazione per la convocazione da parte del Ministro con l’accoglimento della nostra richiesta, avanzata più volte in questi mesi, e da ultimo dai lavori del congresso nazionale FLP ,dell’apertura di un confronto con il Governo sui temi del lavoro pubblico, del suo rilancio e soprattutto delle modifiche normative necessarie insieme a nuovi investimenti per proseguire il percorso di rilancio e valorizzazione del lavoro pubblico. Abbiamo chiesto al Ministro di impegnarsi per la definizione di un patto tra Governo e parti sociali – spiega Carlomagno – per continuare il percorso che deve portare a un pieno riconoscimento del valore economico e professionale del personale delle pubbliche amministrazioni”. Il rinnovo contrattuale delle Funzioni centrali e lo stanziamento nella legge di bilancio delle risorse per il rinnovo dei contratti 2025/2027 è stato il primo step di questo percorso.
Nel corso della riunione la FLP ha chiesto l’immediata certificazione dell’ipotesi di CCNL delle Funzioni Centrali 2022/2024 al fine di permetterne l’entrata in vigore entro l’anno e conseguente avvio della negoziazione per il triennio 2025/2027; il superamento dei tetti ai Fondi risorse decentrate e alle risorse destinate alla produttività; la rivalutazione del valore del buono pasto fermo da anni mediante stanziamenti aggiuntivi; la defiscalizzazione del salario di produttività come avviene per il lavoro privato; la piena esigibilità degli istituti legati agli sviluppi di carriera, a partire dall’Area delle elevate professionalità, procedure dall’interno per l’accesso alla dirigenza, finanziamento a carico delle amministrazioni delle posizioni organizzative, rafforzamento degli organici, stabilizzazione dei rapporti di lavoro a tempo determinato; il riconoscimento del diritto alla salute con l’eliminazione della norma sulla decurtazione delle indennità di amministrazione ed estensione anche agli screening, disposti dalle autorità sanitarie, del trattamento di malattia, in luogo delle 18 ore di permesso annue; il superamento dell’iniqua norma che differisce fino a 7 anni l’erogazione del TFR/TFS ai pubblici dipendenti; l’eliminazione della norma in legge di bilancio che limita solo al 75% il turn over, a fronte di organici in forte sofferenza, il rafforzamento del welfare aziendale nel settore pubblico.
Il Ministro, nel condividere la necessità di proseguire il confronto con le confederazioni sindacali sulle questioni poste, ha proposto di attivare un tavolo di lavoro presso il Ministero con la partecipazione anche del presidente Aran. “Si tratta di un primo passo che per noi deve comunque andare nella definizione, anche graduale e progressiva, per l’adozione di concrete iniziative legislative e di nuovi stanziamenti coerenti con il rilancio del lavoro pubblico e della sua valorizzazione” ha concluso Carlomagno.