Come si colloca la Pubblica amministrazione italiana all’interno della media europea in merito alle retribuzioni? Ad analizzarlo un’elaborazione su dati Eurostat realizzata dal centro studi FLP sui dati disponibili, al netto degli incrementi contrattuali definiti con la pre intesa del CCNL delle Funzioni Centrali siglata lo scorso 6 novembre e illustrata nel corso del congresso nazionale FLP in corso a Salerno. Le retribuzioni medie della Pubblica amministrazione italiana si fermano a 1000 euro sotto la media Ue. Nonostante un aumento del 23% in 10 anni, gli stipendi della PA del nostro Paese non sono al passo con quelli del resto d’Europa: 1.978 euro per i dipendenti italiani contro i 2.973 euro dei colleghi stranieri.
Un gap che, secondo FLP, dovrà essere colmato rinnovando i contratti nazionali, senza più rinvii e dilazioni e garantendo il rilancio della contrattazione integrativa che deve essere adeguatamente finanziata, liberandola dai vincoli dell’inaccettabile normativa sui tetti predeterminati ai fondi delle Amministrazioni. Dall’indagine del sindacato emerge, poi, una mancanza di appealing dell’intera Pubblica amministrazione italiana nei confronti dei giovani, soprattutto rispetto alla media UE. L’analisi FLP, infatti, basandosi sui dati del report Ocse “Government at a Glance 2021”, osserva che la quota di dipendenti tra i 18 e i 34 anni nelle amministrazioni centrali è ferma al 2,5% e l’Italia è penultima dopo la Grecia tra i Paesi Ocse, dove la media è di poco superiore al 19%.
Secondo una stima FLP su dati Aran, inoltre, emerge che in totale nella Pubblica amministrazione italiana (3,2 milioni di dipendenti) gli under 35 sono 336.598 e rappresentano il 10,4%, percentuale che si abbassa ulteriormente se guardiamo alla fascia 18-29 anni, che con 155mila rappresentanti non arriva al 5% del totale. La classe di età più rappresentata è quella 50-59 anni con il 39,1%, 1,2 milioni di dipendenti.
E sulla digitalizzazione come strumento di semplificazione per il cittadino e le imprese, l’Italia non va meglio. Secondo un’indagine Confartigianato su Eurostat e Eurobarometro, riletta da FLP, infatti, emerge che solo il 41,3% degli italiani interagisce con gli enti pubblici attraverso Internet, in Europa la media è del 54,3%. Mentre il 53% degli enti locali (Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni, Asl, ospedali) ha un sito internet solo informativo e non abilitato al dialogo con l’utenza. E solo il 30% permette pagamenti online sul proprio portale.
E.G.