Spaccatura, ennesima, tra i sindacati. Le categorie di Cgil e Uil non firmano l’ipotesi di intesa per il rinnovo del contratto funzioni centrali, raggiunta oggi all’Aran. Al fronte opposto la Cisl, che per bocca del segretario generale, Luigi Sbarra, esprime “grande soddisfazione” per la firma.
L’intesa, che interessa 195mila dipendenti, prevede un aumento del 5,78 dei salari, che si traduce in un incremento di 160 euro lordi. a queste risorse si aggiungeranno le ulteriori risorse, pari allo 0,22% del monte salari per la contrattazione integrativa, che consentiranno di superare il tetto ai trattamenti accessori previsto dalla legge Madia. Inoltre nel disegno di legge finanziaria e nel Piano di bilancio di medio termine presentato dall’Italia all’Unione Europea sono già indicate le risorse per i rinnovi contrattuali 2025-2027 e le due tornate contrattuali, insieme, consentono di erogare un aumento complessivo medio delle retribuzioni di circa 327 euro lordi mensili per 13 mensilità. Oltre al salario, l’intesa prevede anche la proroga dei termini per progressioni verticali in deroga e misure per la conciliazione vita-lavoro, attraverso il rafforzamento del lavoro agile, e norme che rafforzano le relazioni sindacali e la contrattazione collettiva a livello di sede. Viene poi introdotta la gestione sperimentale di forme di flessibilità, con la possibilità per le amministrazioni di distribuire l`orario lavorativo di 36 ore su quattro giornate, l`introduzione di strumenti di age management per valorizzare l`intero percorso professionale di ciascun dipendente e una maggiore attenzione ai permessi per screening oncologici.
Un risultato che non piace a Cgil e Uil. Per Serena Sorrentino, segretaria generale della Fp-Cgil, e Sandro Colombi, segretario generale della Uilpa, “il Governo e Aran si prendono la responsabilità di scegliere la via della rottura di una trattativa ancora in corso, quella del rinnovo del contratto Funzioni Centrali, che lasciava ancora margini per migliorare un testo che non dà risposte adeguate alle lavoratrici e ai lavoratori del comparto. Alla luce anche della convocazione del Presidente del Consiglio dei Ministri con i segretari generali confederali, tra i cui temi c’è anche la vertenza dei settori pubblici, questa forzatura è indice che la parte datoriale, il Presidente Naddeo, giudica inutile il confronto ed è un inedito assoluto, compreso il fatto che la convocazione di oggi non era sulla chiusura del confronto ma sulla prosecuzione della trattativa”.
“Non comprendiamo perché, nonostante la discussione sulla Legge di Bilancio e sulle risorse da destinare al lavoro pubblico sia ancora in corso, si sia sentita la necessità di accelerare i tempi della trattativa, fino allo strappo con due delle organizzazioni sindacali più rappresentative”, spiegano Sorrentino e Colombi.
“Nelle prossime settimane continueremo le assemblee per spiegare le ragioni della nostra valutazione alle lavoratrici e ai lavoratori del comparto in tutto il paese e sarà l’occasione per ribadire le motivazioni che ci portano allo sciopero del prossimo 29 novembre. Servono risposte sul diritto alla carriera, che data l’assenza di risorse rimarrà al palo, e alla valorizzazione professionale con la soppressione dei tetti di spesa al salario accessorio per la contrattazione integrativa. Al governo e al parlamento diciamo che ci sono le condizioni per trovare aggiustamenti economici e normativi che consentano di dare giuste risposte. Chiederemo alle amministrazioni e alle altre sigle sindacali di procedere all’indizione di un referendum perché la parola per noi deve essere restituita alle lavoratrici e lavoratori e di certo non siamo noi ad aver paura della democrazia”, concludono Sorrentino e Colombi.
Valutazioni del tutto opposte provengono dalle parti di via Po’, con il numero uno della confederazione cislina, Luigi Sbarra, che definisce la firma dell’ipotesi di accordo “frutto del senso di responsabilità e concretezza con la quale abbiamo da sempre approcciato al tavolo negoziale, convinti come siamo che la partecipazione e il confronto fossero gli strumenti utili a dare risposte certe agli addetti del comparto”.
“Un ringraziamento – afferma Sbarra – va a quanti hanno portato il proprio contributo in questa difficile trattativa che ha visto un forte impegno della nostra Federazione dei lavoratori pubblici e della stessa Confederazione tutelando come sempre i lavoratori e le lavoratrici che rappresentiamo e che ci consentono orgogliosamente di essere nel comparto la prima Organizzazione di rappresentanza”.
Per Maurizio Petriccioli, segretario generale della Fp-Cisl, “quando la maggioranza del tavolo contrattuale ritiene di aver raggiunto condizioni favorevoli per i lavoratori, i contratti si firmano e lo si fa con responsabilità e senza i tatticismi politici che animano certe sigle sindacali. Opporsi alla firma senza proporre un’alternativa concreta finisce solo per ritardare colpevolmente i futuri contratti e dunque l’erogazione delle risorse nelle tasche delle lavoratrici e dei lavoratori. Considerati i limiti della finanza pubblica e gli impegni europei dell’Italia, la Cisl Fp fa la propria parte. Lasciamo fuori dalle trattative le dispute politiche e concentriamoci sul nostro ruolo sindacale: ottenere i migliori contratti possibili nelle migliori condizioni possibili”.
“Un importante passo per la valorizzazione del personale e la modernizzazione delle amministrazioni”. È questo il commento di Marco Carlomagno, segretario generale della Flp. “Chiediamo – continua Carlomagno – al governo di tradurre in uno specifico Protocollo d’intesa gli impegni e le azioni da assumere sulle questioni ancora aperte, quali la defiscalizzazione del salario accessorio, il superamento dei tetti dei fondi aziendali, strumenti normativi per lo sviluppo delle carriere, welfare integrativo e la rivalutazione del buono pasto”.
Per il ministro della Funzione Pubblica, Paolo Zangrillo “l’accordo che risponde all’esigenza di una P.A. moderna ed efficiente, sempre più vicina a cittadini e imprese”. Il ministro ha poi ringraziato le sigle firmatarie per “l’autentico confronto di questi mesi e per aver colto, con la loro firma, l`opportunità di contribuire al processo di sviluppo della nostra pubblica amministrazione”.
Tommaso Nutarelli