L`assemblea del Cnel ha approvato all`unanimità la relazione annuale sullo stato della contrattazione collettiva nelle pubbliche amministrazioni. Dopo alcuni anni il Cnel ha così ripristinato una delle sue attribuzioni chiave.
Dalla Relazione è emerso che al 30 settembre risultano depositati 20 contratti collettivi nazionali di lavoro che si applicano a 3.037.954 dipendenti di amministrazioni pubbliche e 3 accordi collettivi nazionali che si applicano a 88.784 professionisti operanti in convenzione con il servizio sanitario nazionale.
In particolare, il comparto istruzione e ricerca è quello più numeroso con 1.272.892 dipendenti (44,2%); 548.283 nella sanità (19%); funzioni locali 382.663 (13,3%); funzioni centrali 186.822 (6,5%); forze di polizia ad ordinamento militare 162.702 (5,6%); forze armate 157.165 (5,5%); forze di polizia ad ordinamento civile 132.733 (4,6%); vigili del fuoco 34.231 (1,2%); presidenza del consiglio dei ministri 1.832 (0,1%); personale della carriera diplomatica 1.046; personale della carriera prefettizia 915; Unioncamere 52.
Nel complesso si tratta di lavoratori dipendenti non dirigenti pari a 2.881.336. A questi numeri si aggiungono quelli relativi al personale dirigente, che ammonta a 156.618 unità, di cui l`84,7% impiegato nella Sanità (132.703 unità).
Inoltre, il Cnel sottolinea come nel settore pubblico la vacanza contrattuale media sia di 30 mesi. In particolare, emerge una marcata differenza nelle dinamiche contrattuali tra settore pubblico e settore privato. L`analisi degli indicatori di tensione contrattuale evidenzia, alla fine del terzo trimestre 2024, il 100% dei dipendenti pubblici regolati da un contratto collettivo nazionale di lavoro scaduto e una vacanza contrattuale media pari a 30 mesi.
Nel settore privato la percentuale di contratti scaduti risulta molto inferiore (38%), ma con variazioni tra comparti significative, superiori all`80% nei settori meccanico e trasporti e inferiori al 5% nei servizi. La vacanza contrattuale media del settore privato si attesta a 7 mesi, con settori come chimico e alimentaristi prossimi allo zero, mentre altri, come poligrafici e spettacolo, oltre i 36 mesi. La vacanza contrattuale ha un impatto significativo sul potere d`acquisto dei lavoratori, soprattutto in un contesto macroeconomico caratterizzato da forte inflazione.
Dal primo gennaio al 30 settembre i contratti integrativi nazionali sono stati 155, mentre i contratti integrativi decentrati sono stati 13.882, dei quali 2.169 relativi ad amministrazioni locali. Sul medio-lungo periodo si registra che l`incremento del numero di contratti integrativi è dovuto alla ripresa della contrattazione collettiva nel 2016.
La relazione apre una prospettiva di analisi anche sul fronte dei trattamenti retributivi, mostrando come le relative dinamiche contrattuali segnino ovviamente incrementi in corrispondenza dei rinnovi, ma lascino il settore pubblico in ritardo rispetto all`aumento della inflazione registrato a partire dal 2021. Le retribuzioni contrattuali nel pubblico sono vincolate alle regole del bilancio pubblico, che ne limitano la capacità di rispondere con tempestività alle dinamiche del costo della vita, mentre il settore privato, malgrado la marcata variabilità nei tempi di rinnovo tra comparti, consente una maggiore reattività ai mutamenti del contesto economico. Il settore pubblico si distingue per una maggiore disponibilità di dati strutturati, che consentono analisi mirate e possono essere utilizzati per migliorare la pianificazione.
“Con il ripristino, dopo 15 anni di silenzio, della relazione annuale sulla contrattazione collettiva per i dipendenti e le amministrazioni pubbliche – ha dichiarato il consigliere Cnel, Michele Tiraboschi – il Cnel raggiunge uno dei suoi obiettivi prioritari fissati nel programma della XI consiliatura e conferma la propria centralità nel monitoraggio e nella valutazione delle dinamiche contrattuali e del mercato del lavoro non solo nel settore privato ma anche nel settore pubblico. Si tratta di un tassello fondamentale – ha proseguito – per la piena valorizzazione dell`archivio nazionale dei contratti e degli accordi collettivi di lavoro, che consente ora di ipotizzare nuove e più efficaci collaborazioni istituzionali a partire con Istat e il monitoraggio delle retribuzioni contrattuali in Italia. Come studioso delle relazioni di lavoro sono soddisfatto dell`ampliamento della base informativa e documentale, che ora è messa a disposizione dei decisori politici, delle istituzioni, dei centri universitari e di ricerca e degli operatori del mercato del lavoro. Come presidente della commissione dell`informazione – ha aggiunto Tiraboschi – sono orgoglioso della qualità e professionalità dimostrata dal personale dell`ufficio IV del Cnel che, sotto la guida di Larissa Venturi, ha reso possibile la realizzazione di un prezioso testo istituzionale che consentirà ora di avviare future analisi e valutazioni della contrattazione collettiva nel settore pubblico, partendo da una base metodologica e concettuale condivisa tra tutte le forze sociali e le figure di consiglieri esperti presenti al Cnel”.
E.G.