Il reddito di 85 super ricchi equivale a quello di metà della popolazione mondiale. È quanto emerge dal rapporto di ricerca Working for The Few, diffuso oggi da Oxfam, alla vigilia del World Economic Forum di Davos.
“Il rapporto dimostra, con esempi e dati provenienti da molti paesi, che viviamo in un mondo nel quale le élite che detengono il potere economico hanno ampie opportunità di influenzare i processi politici, rinforzando così un sistema nel quale la ricchezza e il potere sono sempre più concentrati nelle mani di pochi, mentre il resto dei cittadini del mondo si spartisce le briciole”, afferma Winnie Byanyima, direttrice di Oxfam International.
In Europa, la politica di austerity è stata imposta alle classi povere e alle classi medie a causa dell’enorme pressione dei mercati finanziari, dove i ricchi investitori hanno invece beneficiato del salvataggio statale delle istituzioni finanziarie.
Anche in Usa la situazione che emerge dal rapporto non è, per usare un eufemismo, “equilibrata”: l`1% dei più ricchi ha intercettato il 95% delle risorse a disposizione dopo la crisi finanziaria del 2009, mentre il 90% della popolazione si è impoverito.
Dal rapporto emerge come in Africa, le grandi multinazionali, in particolare quelle dell`industria mineraria/estrattiva, sfruttano la propria influenza per evitare l’imposizione fiscale e le royalties; inoltre in India il numero di miliardari è aumentato di dieci volte negli ultimi dieci anni, a seguito di un sistema fiscale altamente regressivo, di una totale assenza di mobilità sociale e politiche sociali
Oxfam chiede ai governi di affrontare la disuguaglianza “reprimendo più severamente la segretezza finanziaria e l’evasione fiscale, anche attraverso il G20; investendo nell’istruzione universale e nell’assistenza sanitaria; e concordando un obiettivo globale che inquadri la disuguaglianza estrema in ogni paese all’interno dei negoziati per gli obiettivi di sviluppo sostenibile post 2015”.
E.G.