“Confindustria e i sindacati devono tornare a confrontarsi. Ripartiamo dal Patto della fabbrica del 2018’’. Così il neo presidente di Confindustria, Orsini, nella sua prima intervista dopo l’elezione, annuncia l’intenzione di riprendere il filo di un discorso interrotto ormai da anni, e di puntare a una revisione del Patto, oggi alquanto superato: ‘’i cambiamenti innescati dalle innovazioni nel sistema produttivo, a partire dalla AI, renderanno necessaria una nuova fase di contrattazione a vari livelli’’, spiega il leader degli industriali rispondendo alle domande di Rita Querze’ del Corriere della Sera, e subito dopo annuncia: ‘’conto di incontrare presto i tre sindacati’’. Ma non solo. Orsini apre anche alla legge sulla rappresentanza: “i contratti firmati da associazioni non rappresentative non dovrebbero avere agibilità. Il dumping contrattuale è una forma di concorrenza sleale’’.
Parole che dovrebbero essere musica per le orecchie di Maurizio Landini, che sulla necessità di regolamentare la rappresentanza e battere i contratti pirata insiste da anni. Il leader della Cgil, intervenendo a una trasmissione televisiva, risponde però un po’ freddamente alle aperture confindustriali, pur affermando, più o meno, le stesse cose di Orsini: “il Patto della fabbrica? Intanto bisogna applicarlo, rinnovando i contratti nazionali. Ci sono dieci milioni di lavoratori che devono ancora rinnovarli, tra pubblico e privato. Per noi, significa aumentare i salari e arrivare a una legge sulla rappresentanza: basta con i contratti pirata’’. Quanto alla sicurezza sul lavoro, altro tema sul quale il presidente di Confindustria intende avviare il confronto con i sindacati, Landini e’ tranchant: ‘’bisogna cambiare il modello di fare impresa’’.
Red