Produttività, crescita e lavoro: dopo la fase del rigore il governo punta a dare una scossa a un’economia che sembra entrata in un tunnel senza fine. E da oggi incontrerà la parti sociali, prima le imprese e poi l’11 settembre i sindacati, per illustrare le nuove misure per lo sviluppo che inizieranno a essere discusse nel pomeriggio in consiglio dei ministri.
Alle 12, a Palazzo Chigi, il premier Mario Monti vedrà i presidenti di Confindustria, Rete Imprese Italia, Abi, Ania e Alleanza delle Cooperative. All’inizio di agosto banche e imprese hanno lanciato un messaggio forte, contenuto nel documento unitario sull’Europa, per mantenere la rotta della tenuta dei conti pubblici, sostenere l’euro e rilanciare la crescita. E proprio sulla crescita Monti ha sollecitato imprese e sindacati a fare la loro parte.
Il progetto dell’esecutivo ha preso forma nel lungo Cdm del 24 agosto con un’agenda che da una parte punta a dare attuazione ai provvedimenti approvati nei mesi scorsi, dall’altra su un pacchetto di misure a cui ha lavorato il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, partendo dall’idea di un patto per la produttività: uno scambio tra più salario e maggiore flessibilità, con una possibile rimodulazione degli orari di lavoro, da realizzare attraverso un accordo con le parti e un utilizzo incentivato del secondo livello di contrattazione.
Almeno nelle dichiarazioni il responsabile del Welfare, Elsa Fornero, è andata anche oltre: realizzazione delle delega sulla cogestione secondo il modello tedesco, su cui ha dovuto incassare il secco no di viale dell’Astronomia, e taglio del cuneo fiscale per alleggerire la tassazione sulle buste paga. Sulla riforma del lavoro, invece, non sono previsti cambi di rotta così come auspicato, seppure con motivazioni diverse, da Confindustria e Cgil. Sulla legge sul lavoro sarà effettuato un monitoraggio per capire come la nuova normativa stia funzionando nel concreto.
Per ora il governo non ha infatti chiarito quanti soldi è in grado di mettere sul tavolo per finanziare il progetto crescita.
Banche e imprese chiederanno al governo di impegnare risorse vere e certe da reperire attraverso la spending review e il taglio degli sprechi nell’amministrazione pubblica. Sul capitolo produttività solleciteranno una spinta più forte al secondo livello di contrattazione. Ma sarà il fisco il nodo da sciogliere nel confronto con l’esecutivo.
Per le imprese va bene tagliare il cuneo fiscale e contributivo per far ripartire i consumi, ma bisogna anche detassare i premi di produttività. A oggi gli straordinari e i premi sono tassati con una cedolare del 10% fino a un massimo di 2.500 euro l’anno con un tetto di reddito fino a 30mila. La richiesta è di tornare a 6mila euro con un tetto di reddito fino a 40mila.
Confindustria, poi, chiede sgravi per innovazione e ricerca sotto forma di credito d’imposta; agenda digitale; semplificazione burocratica; e giustizia più rapida.
L’associazione guidata da Giorgio Squinzi, che nel tardo pomeriggio di ieri ha riunito i suoi tecnici in viale dell’Astronomia per preparare l’incontro di oggi, proverà inoltre a convincere Monti, e soprattutto Fornero, a ripensare due punti della riforma del lavoro che non convincono gli imprenditori: irrigidimento della flessibilità in entrata, che starebbe facendo saltare numerosi contratti a termine alla loro scadenza, e aumento dei contributi che rischia di appesantire bilanci aziendali già in rosso.
“E’ il momento di lavorare insieme per creare lavoro”, ha detto Monti rivolgendosi a imprese e sindacati. “La crescita richiede non solo condizioni ambientali propizie – ha avvertito – ma che ogni soggetto economico faccia i suoi sforzi per la crescita”. E’ presto per dire se le parole del presidente del consiglio siano il prologo a una nuova fase concertativa, come chiedono i sindacati. Sta di fatto che il superministro Passera ha riparlato di un nuovo “patto” per recuperare il gap che separa l’Italia dai maggiori paesi europei e per riportare il paese in “Champions League”.
Monti alle imprese, puntare su produttività
L'Iva non verrà aumentata e la delega fiscale sarà approvata entro l'anno. E' quanto emerge dal primo vertice governo-parti sociali. L'esecutivo chiede produttività alle imprese. Squinzi: clima costruttivo.