Le riforme già annunciate finora dall’Italia consentiranno di aggiungere 3,4 punti percentuali in più, nei prossimi cinque anni, alla ricchezza del Paese espressa in termini di Pil, e 6,3 punti in 10 anni. Lo prevede l’Ocse nel suo rapporto annuale sull’Italia, puntualizzando che queste stime sono valide “a patto che (le riforme) siano rapidamente e interamente attuate”.
In particolare l’ente parigino fornisce previsioni sui contributi positivi dai miglioramenti in termini di produttività e di occupazione: 1 punto percentuale in più dal lavoro e 2,4 punti dalla produttività, sempre da qui a cinque anni.
Tornando al Pil si otterrebbe “un aumento della stessa entità potrebbe seguire nei 5 anni successivi”, per un incremento complessivo stimato dall’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico in 6,3 punti percentuali. Con 2,7 punti in più derivanti dall’occupazione e 3,6 punti in più dalla produttività.
“Tali stime non sono da considerarsi precise – puntualizza l’Ocse – ma vanno intese come indicazioni di massima sull’impatto atteso. Eventuali ritardi, o un’attuazione incompleta, ne ridurrebbero i benefici”.
L’Ocse consiglia all’Italia di creare una bad bank pubblica per accelerare la riduzione dei crediti deteriorati. “Alcuni paesi dell`area dell`euro hanno creato con successo delle bad banks” si legge nel rapporto Ocse sull’Italia e in assenza di rapidi progressi sul fronte delle sofferenze, “l`istituzione di una bad bank pubblica potrebber essere presa in considerazione in Italia”.
L’Ocse infatti rileva che la contrazione dei prestiti bancari ha contribuito al protrarsi della recessione in Italia. “Il sistema bancario nel suo insieme soddisfa i requisiti patrimoniali, ma nonostante l`aumento degli accantonamenti, nella metà del 2014 i crediti deteriorati rappresentavano circa il 17% dei crediti totali e gravavano pesantemente sui bilanci di molte banche”.
“Questo potrebbe spiegare – continua il rapporto – perché i tassi di interesse sui prestiti al settore privato siano diminuiti meno rispetto a quelli sul debito pubblico, in quanto le banche mantengono elevati i margini per coprire le perdite”.
L’Ocse inoltre rileva che le banche sono sempre più propense a utilizzare il mercato secondario per vendere i crediti deteriorati ed è “importante che non ci siano disincentivi al riconoscimento delle perdite implicite alla loro vendita”.
Sono necessari ulteriori interventi per ridurre il livello dei crediti deteriorati. Nonostante le riforme della legge sul fallimento, i procedimenti giudiziari restano lenti e potrebbero essere accelerati generalizzando l`uso di tribunali specializzati e delle procedure di composizione amichevole per la rinegoziazione del debito.