La Regione Toscana ha predisposto un pacchetto di misure per far tornare a crescere l’occupazione femminile, particolarmente penalizzata dalla crisi economica. Si tratta di incentivi destinati soprattutto a donne in particolare situazione di svantaggio nel mercato del lavoro (in mobilità, over 45, disabili, con figli) che per entrare o rientrare nel mercato hanno bisogno di una formazione mirata. Fra le novità anche la previsione di un pacchetto di risorse aggiuntive per le imprese che intendono assumerle e che, per questo, potranno veder finanziato il primo percorso di inserimento all’interno dell’azienda.
Queste misure vedranno concretamente la luce grazie alla declinazione a livello territoriale delle iniziative previste dal Patto regionale per l’occupazione femminile. Il Patto, sottoscritto dalla Regione e dalle organizzazioni sindacali toscane, è stato lanciato per la prima volta per il biennio 2008-2009 ed è stato riformulato adeguandolo alle nuove emergenze.
Alle risorse già previste per il biennio 2008-2009 – circa 6 milioni di contributi regionali cui si sommano i contributi di enti locali e privati – la Regione aggiunge, con il nuovo patto, ulteriori risorse per 2 milioni e 700 mila euro.
“E’ un investimento indispensabile – spiega l’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini – perché dalla crisi non si esce senza far ripartire l’occupazione femminile. Il lavoro delle donne è un motore essenziale per lo sviluppo e non è un caso se proprio le donne sono le prime vittime della crisi. Le donne licenziate e iscritte alle liste di mobilità a fine giugno erano 18.258, circa il 43% del totale”.
In Toscana gli ultimi tre mesi sono stati i peggiori: circa 68 mila le donne senza lavoro, assunzioni diminuite nei primi tre mesi 2010 del 3,9% (mentre quelle maschili sono cresciute del 7%), tasso di occupazione sceso al 53,1 dal 54,7 del corrispondente trimestre 2009 e tasso di disoccupazione salito al 9,5 dall’8,7% del trimestre precedente. Ma il lavoro femminile è debole anche dal punto di vista qualitativo, le donne sono più precarie degli uomini e, quando lavorano, hanno in media qualifiche e stipendi inferiori.
E’ per colmare questo forte svantaggio che il patto condiviso dalle parti sociali e dalle istituzioni mette in cantiere una serie di iniziative. Alcune sono la prosecuzione di quelle già attivate, altre sono nuove, studiate per fronteggiare le novità del mercato del lavoro.
L’assessore Simoncini ha ricordato le principali azioni su cui si concentrano le risorse: donne over 30, per le quali vengono aumentati gli incentivi all’assunzione, a tempo pieno o parziale (6.000 euro per il tempo determinato, 3.000 a tempo parziale). Per le donne in situazioni di svantaggio (sopra i 45 anni, madri, in mobilità, disabili ecc), si prevede una nuova “indennità di formazione”, mentre per il part-time volontario sono previsti incentivi per le imprese che lo favoriscono (a tempo indeterminato e sulla base di accordi sindacali) a fronte di incrementi occupazionali.
La Regione, inoltre, si impegna poi a favorire iniziative finalizzate a promuovere nelle aziende modalità organizzative che favoriscano la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Alcune delle nuove misure servono a favorire l’imprenditorialità: fra le altre iniziative, è prevista la definizione di una legge regionale per l’imprenditoria femminile, la prima a livello regionale.
Per le donne immigrate, infine, sempre più presenti ma con particolari difficoltà di inserimento anche per il mancato riconoscimento dei titoli di studio, è previsto un progetto pilota che consenta loro di veder formalmente riconosciute le competenze. (FRN)
26 Luglio 2010