Nuova rottura nel mondo sindacale dei metalmeccanici. Anche se questa volta si tratta, per così dire, di una rottura doppia o incrociata. Da una parte Fim-Cisl e Uilm-Uil, dall’altrala Fiom-Cgil.Efin qui siamo in un quadro che, già delineatosi a partire dal contratto separato fatto da Fim e Uilm con Federmeccanica nel giugno 2001, si è poi consolidato dopo la rottura tra Cgil da una parte e Cisl, Uil e Confindustria dall’altra del gennaio 2009.
La novità è che adesso la rottura si è estesa alle controparti datoriali; in questo caso, quelle della piccola industria. Oggi, infatti, Fim e Uilm hanno siglato il nuovo contratto triennale con Confimi, un’organizzazione di imprese minori nata per scissione dalla Confapi. La trattativa si è svolta senzala Fiome ha dato quindi luogo a un’intesa separata.
Ciò che complica il quadro in modo inedito è però il fatto che il 29 luglio un’altra ipotesi di accordo era stata siglata tra la stessa Fiom e l’Unionmeccanica, l’organizzazione delle imprese metalmeccaniche aderenti a Confapi. Dopo una consultazione effettuata fra i lavoratori dai metalmeccanici Cgil, è probabile che Fiom e Unionmeccanica firmino definitivamente l’intesa nei prossimi giorni.
Da una parte, dunque, Fim, Uilm e Confimi; dall’altra Fiom e Unionmeccanica-Confapi. Una situazione impensabile fino a pochi mesi fa. Ma non basta. Il 1° agosto scorso, infatti, Cgil, Cisl e Uil avevano raggiunto un’intesa con la nuova confederazione Confimi, in cui le parti si impegnavano a evitare la proliferazione dei contratti nazionali di categoria nel mondo dell’industria minore. L’accordo di oggi è stato quindi commentato dalla Cgil con un duro comunicato in cui l’intesa separata viene definita come “un fatto molto grave che incrina già all’inizio le relazioni sindacali tra le parti che, a fondamento del riconoscimento reciproco, avevano escluso la moltiplicazione contrattuale nelle piccole e medie imprese”.
Da Fim e Uilm, invece, giudizi di soddisfazione affidati, rispettivamente, alle parole di Giuseppe Farina e Rocco Palombella, i segretari generali delle due organizzazioni sindacali. Il primo afferma che l’intesa odierna costituisce un contratto “positivo”. Il secondo parla di un contratto “innovativo e utile”.