È ben scritta, la relazione del presidente di Confindustria all’assemblea che ha avuto luogo mercoledì scorso all’Auditorium della Musica a Roma. E’ ben scritta e appassiona per le argomentazioni e i riferimenti ideali. Del resto, come non essere d’accordo quando si parla della necessità di avere coesione sociale, dell’opportunità di sostituire le esigenze del paese agli interessi di ciascuno? O quando si afferma l’inderogabilità di ridurre la frattura sociale, di includere i giovani nel mondo del lavoro? Sono gli obiettivi che tutto il paese da anni si pone, anche se inevitabilmente al momento delle scelte vengono messi da parte per cercare benefici più immediati, meno nobili, ma più importanti nell’ottica personale, quella che si dovrebbe sempre porre in un secondo piano.
Anche le proposte del presidente di Confindustria scaldano il cuore. Perché sarebbe davvero bello se si riuscisse a realizzare e poi far funzionare un Patto di scopo per la crescita tra imprese, lavoratori, credito e politica. o se si azzerasse il cuneo fiscale e in attesa di questo obiettivo più grande si azzerasse subito questo cuneo fiscale per tre anni per i giovani neoassunti.
Appunto, sarebbe bello. Ed è giusto che Vincenzo Boccia nella sua relazione all’assemblea annuale, il momento di massima ritualità nella vita di queste organizzazioni, abbia alzato il tiro non limitandosi al solito tran tran, ma abbia guardato più in là.
Il punto è che ormai siamo smaliziati, ne abbiamo viste tante di queste assemblee, abbiamo sentito tante di queste relazioni e di queste promesse di mondi migliori, che è difficile credere davvero che poi alla parole seguiranno dei fatti. Proposte di Grandi Patti ne sono state fatte tantissime, non varrebbe nemmeno ripercorrerle tutte. Tutte bellissime proposte, alle quali poi i fatti non hanno, mai, fatto seguito. Forse dire mai è ingiusto e ingeneroso, perché cose se ne sono fatte. Ma ultimamente Confindustria e i suoi presidenti ci hanno abituato a non credere più a queste cose. Boccia ha ricordato il Patto per la fabbrica, che lui aveva lanciato a settembre, forse ottobre, era alla convention di fine estate dei Giovani imprenditori a Capri. Lo ha ricordato, ma ha omesso di dire che da allora ad adesso, sono passati otto mesi, nulla è stato fatto per dare un seguito a quella affermazione.
Il patto per la fabbrica doveva passare per un accordo in tal senso con Cgil, Cisl e Uil, quelle stesse confederazioni con le quali Confindustria non ha saputo in tutti questi mesi aprire un dialogo che portasse a qualche risultato, vittima delle sue divisioni più che delle sue indecisioni. La grande stagione dei rinnovi dei contratti nazionali di lavoro è passata senza che Confindustria nemmeno provasse a stabilire le regole secondo le quali portare avanti questi negoziati. Con il risultato, certo non esaltante, che, come ha detto in una videointervista a Il diario del lavoro Paolo Pirani, segretario generale del sindacato dei chimici e tessili della Uil, Confindustria ha così “dimostrato la sua inutilità”.
Il bilancio, da qualsiasi parte lo si veda, non è esaltante. Il primo anno di presidenza di Boccia non ha portato risultati sul piano dei rapporti con i sindacati, tanto è vero che nella relazione lui è stato molto attento a non parlare mai di questo negoziato o dell’andamento delle relazioni industriali. Ha portato a casa una rinnovata attenzione del governo nei confronti dell’industria: tutti i provvedimenti presi sono stati sempre ben attenti a non urtare gli interessi dell’industria, merito dell’ottimo lavoro di lobby esercitato dagli uffici della confederazione. Ma la mission di Confindustria non è quella di fare lobby, è e deve essere, come lo stesso Boccia ha affermato anche in questa relazione, un attore politico che deve svolgere la sua parte per la ripresa economica, sociale e morale del paese. Questo ci piacerebbe che Confindustria tornasse a fare.
Contrattazione
Firmato l’accordo aziendale in Ama tra azienda e sindacati di categoria. L’accordo prevede alcune compensazioni economiche, un piano manutenzione in contemporanea al mantenimento del servizio.
Analisi
Nunzia Penelope ricostruisce la vera storia della trattativa infinita (e al momento ancora senza esito) tra Cgil, Cisl e Uil e Confindustria per il rinnovo delle relazioni industriali. Mario Ricciardi analizza i contenuti del volume curato da Carlo Dell’Aringa e Beppe Della Rocca sulla riforma della pubblica amministrazione attuata dal Testo Unico.
La nota
Nunzia Penelope ha seguito l’Assemblea annuale di Confindustria, e riferisce sull’intervento del Ministro Carlo Calenda, che ha entusiasmato la platea degli industriali. Un discorso a tutto campo, quasi un programma di governo, che lascia spazio a chi vuole immaginare una prossima candidatura politica di Calenda. Per Il diario del lavoro, Tommaso Nutarelli ha recensito “L’Italia degli scioperi”, un volume dove sono raccolti ricordi, suggerimenti e proposte di Roberto Alesse, presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi, per un miglior funzionamento della Commissione. Infine, Fernando Liuzzi spiega i retroscena del recente licenziamento di Mark Fields dalla carica di Amministratore delegato della Ford.
Interviste
Il direttore de Il diario del lavoro, Massimo Mascini, ha intervistato il presidente dell’Associazione nazionale presidi Giorgio Rembado, in occasione della protesta che ha visto scendere in piazza i presidi. Mascini firma anche una intervista video con il segretario generale della Uiltec Paolo Pirani, che attacca duramente la Confindustria: se non riesce a fare un accordo sulle nuove regole per i contratti, afferma Pirani, allora significa che ormai e’ ‘’inutile’’. Alessia Pontoriero ha intervistato Alessandra Servidori, coautrice del libro “La conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro”, edito da Giuffré e presentato a Roma giovedi nel corso di un convegno. E ancora, mentre si infiamma la polemica poltica e sindacale sulla questione dei voucher, Tommaso Nutarelli ha intervistato sul tema Jole Vernola, Direttore Centrale per le Politiche del Lavoro e Welfare di Confcommercio, che spiega i motivi per i quali il settore del terziario ha necessita’ di uno strumento legislativo che consenta di sostituire adeguatamente i buoni lavoro aboliti dal governo. Infine, Giorgia Cassiero ha sentito Massimo Luciani, responsabile del settore emittenza privata per il sindacato Slc Cgil, per fare il punto sulla In sulla vertenza Telecity e sullo stato di grave difficolta’ in cui versa il settore.
Diario della crisi
Questa settimana si sono mobilitati i dirigenti scolastici. Alla base della mobilitazione indetta dai sindacati di categoria Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal c’è la richiesta dell’apertura di un confronto sul rinnovo del contratto dell’area della dirigenza dell’istruzione e della ricerca. Sul fronte del commercio, dopo la decisione delll’azienda H&M di avviare la procedura di licenziamento collettivo, i sindacati di categoria hanno proclamato lo stato di agitazione. Brutte notizie per i lavoratori del settore penitenziario: una indagine condotta dal sindacato Fp Cgil polizia penitenziaria ha rilevato che in 10 anni il totale di poliziotti penitenziari è sceso a 36.631 addetti del 2017 rispetto agli oltre 41.314 del 2007.
I sindacati della pubblica amministrazione hanno proclamato una giornata di mobilitazione in tutta Italia dei lavoratori delle Province e delle Città metropolitane per denunciare le “profonde difficoltà” in cui versano questi enti. Sul fronte editoriale, la redazione News Mediaset Roma ha aderito allo sciopero dei giornalisti del Tg5. Nel settore delle telecomunicazioni, circa 900 lavoratori di Wind Tre saranno ceduti a un fornitore esterno insieme all’attività di assistenza clienti 133; per i i sindacati di categoria, si tratta di un modello di business sbagliato. Ancora, una delegazione di dipendenti di Aci Informatica ha interrotto la cerimonia di apertura del Forum P.A. con striscioni e cori di protesta per reclamare la tutela del proprio posto di lavoro. Mobilitazioni anche sul settore aereo: il sindacato Unione italiana controllo e assistenza al volo Unica, infatti, ha proclamato 4 ore di sciopero nazionale. Proteste anche da parte di alcuni ricercatori precari dell’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che hanno occupato dei locali della sede romana dell’istituto, per protestare contro i licenziamenti dei lavoratori in scadenza e appellarsi alle stabilizzazioni annunciate dal ministro Madia. Mobilitazioni sul fronte dell’autotrasporto: i sindacati di categoria hanno indetto uno sciopero per contrastare le misure della Commissione Europea sulla modifica della regolazione dei tempi di guida e di riposo per i camionisti. Infine, a Palermo, i sindacati della Tecnis, dopo la protesta davanti alla prefettura, sono stati ascoltati dal sindacato e hanno chiesto di proseguire i lavori dell’anello ferroviario e la nomina di un commissario straordinario per dare continuità e accelerare la definizione dell’opera.
Blogger del Diario
Paolo Pirani, Sindacato, cambiare marcia
Giuliano Cazzola, AMARCORD: quella “congiura” contro Pizzinato:
Giuliano Cazzola, Ricordando Massimo D’Antona
Documentazione
Questa settimana è possibile consultare la lettera del ministro dell’istruzione Valeria Fedeli alle autrici del libro “conciliazione tra tempi di vita e di lavoro”; i dati Istat sul commercio estero extra Ue aprile 2017 e sul fatturato e ordinativi dell’industria marzo 2017; la relazione del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia; il testo della relazione del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda; i testi dei rinnovi del contratto panificazione artigiana e affini, del contratto Concia e del settore Legno Arredo; il testo dell’accordo per la nuova classificazione del personale del settore occhialeria, le ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto settore orafo, argentiero e gioielleria, e del contratto Gas-Acqua.