L’unico dato confortante interessa il lavoro, proprio il punto dolente per il nostro paese. Il tasso di disoccupazione è sempre alto, all’11,6%, ma le rilevazioni degli ultimi mesi mostrano segnali positivi. Nel bimestre aprile maggio è stato registrato un aumento di 97mila posti di lavoro, che si somma a quello del bimestre precedente, per 25mila nuovi posti di lavoro. Non è poca cosa, tanto più che un terzo di questi nuovi posti di lavoro sono a tempo indeterminato. I contratti a termine sono sempre tanti, ma l’andamento è cambiato rispetto al passato. Merito del Jobs Act? Sembrerebbe di sì, almeno a sentire quello che afferma il presidente dell’Inps, che questi numeri li monitora tutti i giorni. Tito Boeri ha infatti espresso un plauso alla riforma del governo Renzi sostenendo che effettivamente qualcosa è cambiato in positivo.
Dati positivi che fanno ben sperare per il futuro. Ma è l’unica luce in un panorama abbastanza scuro. La ripresa economica infatti non solo non si è ancora affermata, ma c’è il rischio, sempre più forte, che anche i pochi segnali che si stavano palesando si spengano. Pesa la Brexit, pesa il clima che si sta vivendo in Turchia, paese economicamente a noi molto vicino, pesa il dilagare del terrorismo in tutto il mondo che non può non influenzare le prospettive economiche in un mondo così fortemente globalizzato. E se questa prospettiva può essere un problema per tutti gli stati industrializzati, per noi diventa qualcosa di molto peggio, proprio perché mentre gli altri avevano ricominciato a correre, noi eravamo ancora fermi al palo. Le prospettive di crescita del pil diventano sempre più fioche, quei famosi numeri da prefisso telefonico, che certo impediscono di credere nella prossima soluzione dei nostri problemi di struttura.
Le relazioni industriali poco possono in questo clima generale, ma comunque sono anch’esse bloccate. Il dialogo tra Confindustria e governo da un lato, sul fronte pensioni e mercato del lavoro, e tra Confindustria e sindacati dall’altro, per le nuove regole della contrattazione, sta procedendo, ma non sembra in grado di produrre risultati a breve. Il dialogo tra le parti sociali in particolare sembra fermo e soprattutto sembra difficile che si sblocchi a breve. A fine mese è previsto un incontro tra il presidente di Confindustria e i segretari di Cgil, Cisl e Uil per verificare l’andamento del confronto che intanto sta andando avanti in sede tecnica, ma sarà difficile che ne esca qualcosa di concreto. E’ stato lo stesso Vincenzo Boccia, del resto, a dirlo. Ai sindacati che gli chiedevano apertamente di intervenire per chiudere la vertenza contrattuale dei metalmeccanici, ha risposto candidamente che ciò è impossibile. Se interveniamo noi, magari con un accordo interconfederale sulle regole, ha affermato, potremmo solo complicare le cose e allontanare un possibile accordo.
Il punto è che questo accordo è nei fatti ancora impossibile. Le parti sono ferme alle posizioni del mese di dicembre, quando il dialogo è partito, e non accennano di poter o voler cambiare strategia. Federmeccanica ha ribadito anche in questi giorni che la sua posizione non cambia e che non crede assolutamente di poter dar luogo a un accordo che ripeta le vecchie abitudini. I sindacati dal canto loro sono su posizioni altrettanto rigide, perché, pur non escludendo la possibilità di profonde innovazioni nella struttura del contratto nazionale, sanno che non possono accettare le richieste dei loro interlocutori perché sarebbero messi in mora dai loro stessi rappresentati, che non sono pronti a modifiche troppo forti della contrattazione.
Insomma, la situazione mostra un’immobilità che impedisce ottimismi. Né può avere molta importanza il fatto che le tre confederazioni sindacali stiano per raggiungere un accordo sulle regole della contrattazione con gli artigiani. Il dialogo a questo tavolo di negoziato è in realtà molto avanzato, cominciano a circolare le prime bozze del possibile documento finale, le innovazioni sono molte e interessante, si parla di un possibile accordo a brevissimo tempo. Ma un’intesa in questo comparto, per quanto interessante e significativa, è comunque altra cosa da quello che è necessario per l’industria. L’artigianato ha una sua tradizione infatti molto diversa, basti pensare al fatto che qui è sempre esistita una forte e diffusissima contrattazione territoriale, che invece viene vista come fumo agli occhi dagli industriali. Sarà quindi necessario attendere ancora, che passi la pausa estiva, ormai alle porte. Sperando che l’economia non peggiori ancora e si spengano anche quelle speranze per una ripresa, lenta e difficile, ma concreta, dell’occupazione come abbiamo cominciato a vedere in questi mesi.
Contrattazione
Buone notizie dal fronte dei metalmeccanici questa mattina, 22 luglio, è stata siglata l’ipotesi d’accordo per il rinnovo del contratto nazionale della piccola e media impresa tra Confimi, Fim-Cisl e Uilm-Uil. Rimane ancora in sospeso la contrattazione con Federmeccanica. Questa settimana, inoltre, è stata siglata l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto 2016-2018 del settore occhiali e occhialeria tra Anfao-Confindustria e i sindacati di categoria Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil. Il contratto, scaduto il 31 dicembre 2015, interessa circa 15.000 addetti in 400 imprese, tra le quali le più significative Luxottica, Safilo, Galileo. L’intesa prevede un aumento sui minimi di 79 euro al IV livello, distribuiti in tre tranche. Presso il ministero del Lavoro, l’Ugl Agroalimentare ha sottoscritto l’accordo che definisce le modalità di utilizzo della cassa integrazione in deroga per il 2016 del settore della pesca, mentre i rappresentanti sindacali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno trovato un’intesa preventiva per la redazione di un’ipotesi di piattaforma unitaria del contratto nazionale vigilanza che potranno sottoporre alle controparti datoriali dopo l’approvazione dell’attivo unitario dei delegati. Infine, Confcommercio e Manageritalia hanno sottoscritto il rinnovo del contratto collettivo nazionale per i dirigenti del terziario, della distribuzione e dei servizi, con durata fino al 31 dicembre 2018.
Interviste
Il diario del lavoro ha intervistato Alessandro Genovesi che, nella sua prima uscita dopo l’elezione a segretario generale di Fillea Cgil, ha illustrato la sua strategia per uscire dalla crisi e rilanciare il ruolo e l’immagine del sindacato. Qui il video dell’intervista. Invece Elettra Raffaela Melucci ha intervistato Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic, che ha spiegato a Il Diario del Lavoro la possibile alternativa contrattuale messa in campo insieme a Confimpresa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici.
La nota
Nunzia Penelope ripercorre le tappe del corteggiamento tra Governo, sindacati e Confindustria, tutti e tre alla ricerca di una intesa. L’unica ad autoescludersi, per ora, sembrerebbe essere Federmeccanica che al contrario ha attaccato pesantemente sia il leader della Cgil, Susanna Camusso che il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan. Sulla scia del gioco dell’inseguimento tra le parti, Fernando Liuzzi ci racconta della tre giorni riminese organizzata da Lavoro & Welfare durante la quale ci sono stati due confronti, tra Camusso e Poletti e tra Damiano e Nannicini, dai quali è emerso un possibile terreno di dialogo per la correzione della legge Fornero. Sempre Liuzzi svela i programmi della Cgil su settembre. Il sindacato di Corso d’Italia sta lavorando per mettere a punto un piano straordinario per l’occupazione giovanile e femminile. Una proposta che sarà presentata, dopo la pausa estiva, in un apposito convegno che si terrà a Roma il 13 settembre.
I blogger del Diario
Riccardo Sanna, La solitudine del riformista (nel sindacato)
Aldo Amoretti, Non autosufficienza: non sufficiente
Giuliano Cazzola, Come ”impacchettare” un referendum (ricordi di un ex sindacalista)
Claudio Negro, Garantisce qualcosa Garanzia Giovani?
Diario della crisi
In Sicilia i sindacati, in questa penultima settimana di Luglio, hanno messo in campo un sit-in a Palermo per esprimere chiaramente la preoccupazione per la svendita di Poste. Sembrerebbero a rischio circa 140mila posti di lavoro. Sempre a Palermo, la Fim-Cisl denuncia l’atteggiamento di Finmeccanica che “sta disattendendo” l’accordo siglato nel settembre 2015 sull’avviamento al lavoro per i 140 dipendenti ex AnsaldoBreda di Carini. A Torino, invece, la Sandretto ha confermato in un incontro alla regione la messa in liquidazione dell’azienda che metterà a rischio 127 posti di lavoro. Il prossimo 28 luglio ci sarà un nuovo incontro mentre i lavoratori, che nella notte tra il 19 e il 20 luglio hanno tenuto un’assemblea davanti ai cancelli, presidieranno permanentemente lo stabilimento. L’incontro si terrà presso la sede del consiglio regionale, per proseguire la discussione sul piano e valutare il ricorso agli ammortizzatori sociali. Infine, oggi 22 luglio è in corso lo sciopero di otto ore dei lavoratori di RFI e DTP che coinvolge le Regioni Marche, Umbria e Abruzzo per protestare contro la mancata assunzione di personale.
Documentazione
L’Istat, questa settimana, ha redatto il report sui dati del commercio al dettaglio, il report sul fatturato e ordinativi dell’industria e il report su produzione e costi nel settore delle costruzione del mese di maggio 2016, mentre è di giugno 2016 il report sul commercio estero extra Ue. Tutti e quattro i documenti è possibile visionarli nella nostra sezione dedicata. Inoltre, è possibile trovare il report di maggio dell’Inps dell’Osservatorio sul precariato, il rapporto mensile del Centro Studi Confindustria e lo studio di R&S Mediobanca sugli enti locali “Economia e finanza delle principali società partecipate dai maggiori enti locali (2010-2014)”. Infine, dal mondo dei sindacati troviamo il testo della relazione programmatica del nuovo segretario della Fillea-Cgil, Alessandro Genovesi, l’articolo di Andrea Donegà della Fim-Cisl: “I Giovani metalmeccanici della Fim in campo per la legalità”, l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto delle aziende aderenti a Confesercenti e l’accordo interconfederale su premi di risultato in aziende senza rappresentanza sindacale.