E’ fiducioso, il governatore della banca d’Italia. Sa che il nostro paese ha di fronte sfide impegnative, che per tornare sul sentiero della crescita serviranno tempo, impegno, sacrifici. Ma ha fiducia, e per questo parla della possibilità di avere, noi, qui, a casa nostra, un’economia robusta, una finanza stabile e utile, un sistema sociale più giusto. Un’iniezione di fiducia, quello che serve al nostro paese adesso, mentre siamo sballottati in una congiuntura politica sempre più caotica, dove sembra che si siano persi di vista gli obiettivi per cui lavorare.
Il discorso di Ignazio Visco, le sue considerazioni finali al’assemblea della banca d’Italia, rappresentano allo stesso tempo un monito, ma anche la spinta che può rivelarsi decisiva. Proprio perché sfata alcune leggende metropolitane, che pure in tanti consessi trovano spazio e sostenitori. Visco dice che le riforme ci sono state, tante ed efficaci. Hanno toccato i punti nevralgici del sistema della produzione e del vivere e hanno avuto risultati importanti. Certo, sono stati, avverte, primi passi su un sentiero ancora molto lungo, ma era indispensabile farli per almeno avviare il percorso da fare.
Allo stesso modo Visco non ha difficoltà ad affermare a chiare lettere che la partita si giocherà in gran parte sul terreno degli investimenti pubblici. Lui che pure è molto attento, e lo ha detto con parole inequivocabili, sulla necessità di contenere il debito pubblico, pure parla con fermezza dell’opportunità di una ripresa della spesa pubblica, arrivata ai livelli più bassi di tutta l’area euro.
Un’altra nota di chiarezza Visco la fa per un’altra leggenda metropolitana, quella dell’uscita dell’euro, secondo molti azione salvifica per la nostra economia. Il governatore è chiaro nel sostenere il contrario: chi parla di uscita dall’euro come soluzione di tutti i mali lo fa senza cognizione di causa, perché non solo non servirebbe a risolvere i difetti strutturali della nostra economia, ma, anzi, determinerebbe rischi gravi di instabilità. Parole chiare, il coraggio di dire a chi apre bocca senza sapere di cosa sta parlando che forse la cosa migliore, in questi casi, sarebbe stare zitti. Sembra strano che debba essere il governatore a chiarire che quella dell’uscita dall’euro sarebbe una pazzia, ma il fatto è che nessun’altro lo ha fatto con altrettanta chiarezza.
Un’altra notazione di Ignazio Visco va sottolineata. Quella in cui ha affermato che il lavoro è centrale, lo è per l’integrazione sociale, ma anche per la stessa identità personale. L’occupazione che sale e scende non è solo un dato statistico, perché senza lavoro non c’è coesione sociale e senza lavoro la persona si perde, non ha più punti di riferimento, non riesce a trovare la sua dimensione. E che sia il governatore della banca d’Italia a dircelo, a mio avviso ha una valenza doppia. Dimostra che Visco è un uomo non solo lungimirante, ma anche sensibile dei problemi profondi delle persone. Caratteristica, questa, tutt’altro che scontata in un Governatore della Banca d’Italia.