«Finite le pesche ma…tanta roba! Comprese le castagne». Una piccola cantilena, quella del vicepremier e ministro del Trasporti, Matteo Salvini, che non in una domenica qualunque, ma nel giorno zero del trimestre anti-inflazione, va a fare la spesa per la settimana, che poi – con tutti gli impegni che gli e ci oberano l’agenda – non c’è più tempo per riempire la dispensa. Salvini adempie a un rituale: va al supermercato in un giorno festivo, riempie il carrello, si compiace dei molti acquisti e di aver quantomeno risparmiato su quel pienone di buste grazie alla nuova iniziativa governativa per far fronte all’impoverimento generale.
Gli obiettivi di questa piccola cronaca postata sui social sono due: surfare sull’onda della disputa innescata dallo spot di Esselunga sulla pesca, la bambina e i genitori separati (tra l’altro nulla di nuovo visto che Ikea, Knorr, Vodafone, Saiwa e via discorrendo sono anni che tentano l’irruzione a gamba tesa sul modello della famiglia tradizionale), alla faccia dei “rosikoni” che non hanno apprezzato questo cortometraggio degno di Renè Ferretti che darebbe «voce ai tanti genitori separati, a quelle mamme e a quei papà quasi mai citati e spesso troppo dimenticati, al legame indissolubile con i figli»; promuovere e sostenere il Patto trimestrale anti-inflazione voluto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a dimostrazione del fatto che il governo tiene tanto a che gli italiani mangino e lo facciano bene.
Ma gli si eccepiscono alcuni punti: la scelta di fare un marchettone all’Esselunga, perché altro non è che uno spottone più o meno consapevole della catena tricolore fondata da Bernardo Caprotti (nel marzo 2022 Giulio Centemero, tesoriere della Lega, è stato condannato a otto mesi di reclusione in primo grado per il presunto finanziamento illecito di 40mila euro concordato con Caprotti per un contributo all’associazione “Più voci”, di cui Centemero era tra i legali rappresentanti); di aver scelto proprio un supermercato di “prima fascia” per solidarizzare con i milioni di italiani che tagliano sulle spese (secondo l’ultima indagine di Legacoop Ipsos la frequenza di acquisto nei discount ha fatto segnare un aumento del 29%, quota che fra i ceti popolari tocca il +53%); di esserci andato proprio di domenica, quando sono anni e anni che la battaglia sindacale insiste sulla chiusura dei punti vendita della Gdo nei giorni festivi per permettere ai dipendenti di godere come gli altri il tempo della vita (basta scorrere tra i migliaia di commenti al post di Salvini per saggiare lo scontento generale); di aver comprato le castagne, le ciliegie dell’autunno, vendute comunque a 4,99euro al chilo e per di più grabbate senza guanti, laddove oggi si micragna anche su olio d’oliva e pane.
Al netto della bulimia di contenuti sui profili del ministro, che sente come dovere precipuo quello di commentare qualunque cosa accada sul globo terracqueo (sic!), viene in mente solo una sintesi: un bel tacer non fu mai scritto.
Elettra Raffaela Melucci