Le retribuzioni contrattuali dei pubblici dipendenti nel 2010 sono cresciute meno dell’inflazione, segnando un incremento medio dell’1,3% a fronte di un’inflazione, secondo i dati Istat, all’1,5%. In particolare, si spiega nel rapporto semestrale sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti dell’Aran, le retribuzioni contrattuali del personale pubblico di riferimento Aran, esclusa la dirigenza, sono aumentate in media “dell’1,4% rispetto al 2009; di questa percentuale, la maggior parte, 1%, é determinata da effetti di trascinamento, cioè da rinnovi di contratti sottoscritti nel 2009; solo un 0,4% deriva invece dalle indennità di vacanza contrattuale corrisposte nel 2010 e dai pochi
rinnovi che hanno interessato lo stesso 2010″. Il “restante personale pubblico”, ossia personale pubblico per il quale gli incrementi retribuitivi sono determinati in sedi differenti dall’Aran (forze
armate e dell’ordine), ha visto crescere in media la retribuzione contrattuale dello 0,9%, grazie all’indennità di vacanza contrattuale e agli effetti dell’ultimo rinnovo contrattuale relativo al biennio
2008-2009. Le retribuzioni contrattuali del settore privato sono cresciute in media del 2,4%. “Il settore pubblico – ha detto il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta – è un’isola
relativamente felice nel panorama della crisi: non c’é stata un’ora di cassa integrazione, non ci sono stati licenziamenti, la riduzione del numero degli occupati è solo in ragione del blocco del turn over e nei trenta mesi di crisi le dinamiche salariali pubbliche sono state tali da aver difeso, se non aumentato, il potere di acquisto”. (LF)