MetApprendo: se vi interessano le relazioni sindacali nel campo dell’industria metalmeccanica, segnatevi questo nome. Perché oltre ad essere un nome nuovo, è un nome che contraddistingue qualcosa di veramente nuovo.
Come vedremo, si tratta di un progetto, un’infrastruttura, ma anche un’associazione, finalizzati allo sviluppo della formazione continua delle lavoratrici e dei lavoratori addetti alle imprese metalmeccaniche e a quelle del comparto della installazione di impianti. Progetto che è stato presentato ieri, a Roma, nel corso di un webinar i cui protagonisti sono stati ospitati dalla sala del cosiddetto “Parlamentino”, al primo piano della sede del Cnel.
Ma diciamo subito che per capire di che cosa si è parlato in questa occasione al Cnel – o meglio, a partire dal Cnel – bisogna fare un passo indietro. Un passo che ci riporta al novembre del 2016, quando fu firmato quel Contratto nazionale dei metalmeccanici che, fra le altre novità, introdusse il principio della formazione continua come diritto soggettivo delle lavoratrici e dei lavoratori.
Alla conclusione della trattativa, tale principio fu approvato con convinzione dalle parti firmatarie: Federmeccanica e Assistal per la parte datoriale, Fim, Fiom e Uilm per i lavoratori. In pratica, le imprese riconoscevano ai propri dipendenti il diritto a ricevere, durante l’orario di lavoro, 24 ore di formazione all’anno. Intendendo con “formazione” non solo elementi specifici di formazione professionale legati alle mansioni in cui i lavoratori stessi fossero già impegnati, ma anche elementi di base volti a consentire loro di acquisire nuove competenze digitali o linguistiche (ad esempio, nella lingua inglese).
Nei mesi e negli anni successivi, si vide però che l’applicazione di questa parte del Contratto si presentava come particolarmente difficoltosa. In un convegno svoltosi sempre al Cnel nel 2019, in vista dell’apertura delle trattative per il successivo rinnovo del Contratto, si dovette infatti constatare che il numero delle imprese che avevano provato a tradurre in pratica il succitato principio era inferiore al 10% del totale di quelle aderenti a Federmeccanica e Assistal.
Questa problematica è stata dunque ripresa in mano dalla parte datoriale e da quella sindacale nel corso delle trattative che hanno portato alla definizione del contratto più recente, quello firmato nel febbraio di quest’anno. Ed è da allora che la Commissione formazione, una delle commissioni paritetiche istituite nel corso del tempo dalle stesse parti, ha lavorato con grande intensità per mettere a punto un progetto volto a rendere possibile un significativo allargamento della pratica della formazione continua.
Ecco dunque MetApprendo (sottotitolo, “con la formazione continua”). MetApprendo che, come ha spiegato Stefano Serra, il Vice Presidente di Federmeccanica con delega all’Education, vuole essere, innanzitutto, un’infrastruttura progettata per aiutare le imprese ad analizzare i propri fabbisogni formativi. E ciò allo scopo di incrementare il valore del capitale umano presente nelle imprese. Nella triplice ipotesi che ciò faccia bene alle imprese, che potranno avvalersi di “collaboratori” (come oggi si dice) dotati di una più alta formazione professionale. Che faccia bene ai lavoratori, che potranno collocarsi di fronte al mercato del lavoro in una posizione più forte grazie a quella stessa più alta formazione. E che faccia bene anche al Paese, perché una manodopera metalmeccanica culturalmente e tecnicamente più aggiornata, rende il settore portante della nostra industria manifatturiera maggiormente capace di affrontare le sfide dell’innovazione e delle due transizioni: quella digitale e quella ambientale.
Da un punto di vista pratico, MetApprendo sarà, anzi è già, anche un’associazione privata dotata di un codice fiscale e di un conto corrente. Ciò per consentire alle imprese del settore di iscriversi all’associazione stessa entro il 15 ottobre del corrente anno, pagando una quota pari a un euro e mezzo per ogni addetto in forza a tutto il 31 dicembre 2020.
Su metapprendo.it si trova dunque il “portale dei servizi per la formazione dei metalmeccanici”. Che fornirà, essenzialmente, materiali per aiutare le imprese associate ad analizzare i propri fabbisogni formativi e schemi di piani di formazione, oltre a video motivazionali rivolti anche ai lavoratori.
Un aspetto particolarmente innovativo del progetto, illustrato nel corso del seminario dalla professoressa Silvia Ciucciovino (Università di Roma 3), sta nel fatto che le esperienze formative, che i singoli lavoratori vivranno nell’ambito della formazione continua, saranno registrate tramite le tecnologie Blockchain. Tali esperienze saranno così certificate. Inoltre, queste certificazioni saranno rese perennemente disponibili.
Luca Colonna, Segretario nazionale della Uilm-Uil, ha poi sottolineato che MetApprendo non è Fondimpresa (il fondo interprofessionale per la formazione continua di Confindustria e Cgil, Cisl, Uil), e non intende quindi né fare concorrenza ad altri enti di formazione, né erogare direttamente formazione. Come ha invece sottolineato Sabrina De Santis, Direttore Education & Training di Federmeccanica, è una piattaforma che si propone di stimolare e aiutare le imprese del settore a incrementare il loro ricorso alla formazione continua e ad innalzare la qualità di tale attività.
Qualche considerazione conclusiva. La prima: nel corso del seminario, Stefano Franchi, Direttore generale di Federmeccanica, ha comunicato che la riunione era seguita da remoto da oltre 650 partecipanti. Non sappiamo quanti di questi fossero sindacalisti, capi del personale o altre persone interessate all’argomento. Ci pare di poter dire, tuttavia, che un così diffuso interesse testimonia di un clima. Lo stesso clima che si poteva percepire assistendo all’incontro da remoto. Un clima partecipativo e, direi, cooperativo in cui i dirigenti delle imprese, così come quelli delle associazioni sindacali, si sono ormai abituati a lavorare insieme. O almeno, come ha osservato Cristina Cofacci di Leonardo, a lavorare insieme in merito a materie come salute e formazione, rispetto alle quali non ci sono interessi contrapposti.
Va però anche detto che questo clima cooperativo, nato col rinnovo del contratto del novembre 2016 (a Federmeccanica piace chiamarlo “rinnovamento”) è stato rafforzato dal rinnovo del febbraio di quest’anno e, per quanto ciò possa apparire paradossale, forse anche dalle drammatiche esperienze vissute insieme da imprese e lavoratori nei primi mesi del 2020, quando si è trattato di fronteggiare l’esplosione della pandemia da Covid 19. Fu allora, infatti, che i protocolli operativi, definiti di comune accordo da datori di lavoro e rappresentanti dei lavoratori, consentirono di mantenere aperte molte fabbriche.
Infine, va osservato che un elemento non minore di questo clima cooperativo ieri ben avvertibile è costituito da un certo orgoglio condiviso di categoria per ciò che riguarda il tema formazione. Da un lato, Angelo Carlini, Presidente di Assistal, ha ricordato che quando più di un secolo fa, ovvero nel 1919, fu fondata l’Amma, associazione degli industriali metallurgici e meccanici torinesi, una delle prime commissioni di lavoro allora costituite fu proprio quella relativa alla formazione. Dall’altro lato Francesca Re David, segretaria generale della Fiom-Cgil, ha invece citato l’esperienza delle 150 ore, nata per iniziativa sindacale, all’inizio degli anni 70, proprio nella categoria dei metalmeccanici.
@Fernando_Liuzzi