Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non ha firmato il collegato lavoro del governo e ha rimandato il testo alle Camere. Il Capo dello Stato – si legge nella nota del Quirinale – è stato indotto a tale decisione dalla estrema eterogeneità della legge e in particolare dalla complessità e problematicità di alcune disposizioni (con specifico riguardo alle norme sull’arbitrato) che disciplinano temi, attinenti alla tutela del lavoro, di indubbia delicatezza sul piano sociale. Ha perciò ritenuto opportuno un ulteriore approfondimento da parte delle Camere, affinché “gli apprezzabili intenti riformatori che traspaiono dal provvedimento possano realizzarsi nel quadro di precise garanzie e di un più chiaro e definito equilibrio tra legislazione, contrattazione collettiva e contratto individuale”. (FRN)