Deficit di Bilancio in impennata al 10,8% nel 2020, per poi iniziare un percorso di moderazione al 5,7% il prossimo anno, al 4,1% nel 2022 e al 3,3%, poco sopra la soglia Maastricht nel 2023. Sono le nuove previsioni contenute in una bozza della Nota di aggiornamento al Def (Nadef). “La stima dell`indebitamento netto a legislazione vigente nel 2020, prevista in aprile al 7,1 per cento, sale al 10,8 per cento del Pil – si legge -. L`aggiornamento della stima tiene conto delle indicazioni più favorevoli, desumibili dai dati di monitoraggio, riguardo all`evoluzione delle entrate e delle spese, che andranno verificate nei prossimi mesi”.
“Nel triennio di previsione è attesa una marcata riduzione dell`indebitamento netto a legislazione vigente. Il deficit primario sarà progressivamente riassorbito, grazie alla dinamica delle entrate più sostenuta rispetto a quella della spesa primaria. Tali andamenti scontano, da un lato, il venir meno dell`impatto delle misure fiscali discrezionali introdotte in risposta all`emergenza sanitaria, la cui natura è prevalentemente temporanea ad eccezione della citata cancellazione degli aumenti Iva e accise che ha invece natura strutturale; dall`altro, il ritorno alla crescita, così come ipotizzato nel quadro macroeconomico tendenziale”.
l crollo del Pil causato dalla crisi pandemica viene ora pronosticato in un meno 9% sul 2020. Un valore di circa un punto e mezzo superiore alla previsione indicata dall’Ocse a metà settembre e che, sempre secondo le stime del governo, verrebbe seguito da un rimbalzo del 6% nel 2021, un più 3,8% nel 2022 e un più 2,55 nel 2023.
“L`emergenza sanitaria generata dall`epidemia da Covid-19 si sta ripercuotendo sull`economia italiana, così come su quella di ogni altro Paese al mondo, con un impatto senza precedenti rispetto alle crisi degli ultimi decenni – recita la bozza -. Dopo la diffusione dei contagi avvenuta in Cina ad inizio anno, già dalla seconda metà di febbraio l`Italia si è ritrovata ad essere il primo Paese europeo investito dall`ondata pandemica”.
Dopo il lockdown “la successiva fase di riapertura è iniziata dal 4 maggio, con il ravvio dell`industria manifatturiera, delle costruzioni e del commercio all`ingrosso, a cui ha fatto seguito, a partire dal 18 maggio, la riattivazione dei comparti del commercio al dettaglio, dei servizi turistici e di quelli alla persona. La fase di riapertura è risultata graduale e differenziata tra le imprese – si legge – influenzata dalla dimensione delle aziende stesse e soprattutto dalla loro capacità di adeguare gli spazi di lavoro ai protocolli di sicurezza, nonché da fattori di domanda che, specie nel caso dei servizi turistici, si è collocata sensibilmente al di sotto dei livelli pre- crisi”.
TN