“In attesa di esprimere un giudizio più compiuto sulla vicenda complessiva – la quale tuttavia annovera fra gli elementi qualificanti la valorizzazione del brand Monte dei Paschi e della vocazione di banca commerciale per lo stesso – evidenziamo come dal nostro punto di vista ogni operazione strategica dovrà evolversi sulla base delle linee guida concordate a suo tempo fra azienda e sindacato sulla gestione dei progetti industriali, vale a dire: tutela integrale delle condizioni contrattuali e professionali delle lavoratrici e dei lavoratori, conferma del perimetro di attività attualmente svolte dalla banca e valorizzazione del radicamento territoriale e del rapporto con la clientela”. Lo dichiarano le segreterie di coordinamento in Monte dei Paschi di Siena di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, commentando la notizia dell’offerta pubblica di scambio fra Mediobanca e Mps, dopo aver incontrato l`amministratore delegato Luigi Lovaglio per avere chiarimenti sulle implicazioni di tale operazione societaria.
“Fondamentale, anche in questo caso – proseguono -, sarà il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nella gestione dei progetti derivanti da tale operazione, e a questo proposito richiamiamo il management e il consiglio di amministrazione ad un comportamento coerente con l`obiettivo sopra evidenziato”.
In particolare la segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito, ha sottolineato come “In questa grande agitazione che imperversa nel settore bancario c’è un punto cruciale che va tutelato e garantito: la tenuta dell’occupazione e il suo potenziamento. Siamo consapevoli che esista il tema del rafforzamento del sistema, così come del buono stato di salute di Mps, frutto soprattutto dei sacrifici fatti dalle lavoratrici e dai lavoratori del Monte, ma per quanto ci riguarda abbiamo come metro di giudizio il lavoro e l’occupazione”. A
“Non possiamo però non registrare – prosegue – come, al momento, alcune di queste operazioni di risiko bancario siano prevalentemente di natura finanziaria mentre il Paese in realtà avrebbe bisogno di un sistema che metta al centro del suo agire l`economia reale del paese, il sistema delle imprese e la vicinanza ai territori e ai bisogni delle persone cittadine e cittadini. Anche e soprattutto in previsione delle difficoltà che a breve si potrebbero attraversare in relazione all`evoluzione del quadro internazionale, tra dazi e guerre”.
Per questo, aggiunge la segretaria generale della Fisac Cgil, “abbiamo bisogno di banche attente al territorio e alle sue esigenze, non mosse da logiche che siano soltanto finanziarie e non solo. Di sicuro, non farebbe bene al Paese reale una competizione tra gruppi a somma zero per l’economia e per il lavoro, una battaglia del risparmio. Le istituzioni nell`interesse del bene collettivo devono garantire che il ruolo delle banche e del sistema finanziario sia rivolto alla pubblica utilità e alla tutela costituzionale del risparmio”.
“Per quanto ci riguarda, come sindacato – conclude -, metteremo al centro della nostra azione e delle nostre rivendicazioni la tutela occupazionale, il rilancio del lavoro, le certezze economiche e normative delle e dei dipendenti. Saremo dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori del sistema bancario, di Monte Paschi di Siena come di Mediobanca, avendo come solo riferimento il lavoro e la sua qualità e l`occupazione”.
Per il segretario generale First Cisl Riccardo Colombani, l`Ops lanciata dal Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca rappresenta “un potenziale ridisegno importante, storico, degli assetti della finanza italiana. La strategia è chiara ed innovativa, almeno per il nostro Paese. L`operazione, infatti, è fondata sull`alta complementarietà dei business e sulle sinergie da ricavi. Per gli azionisti di Mediobanca, in base alle dichiarazioni di Mps, oltre al premio implicito nel rapporto di concambio, si deve tener conto di un maggior utilizzo delle Dta di Mps. Il payout ratio sarà del 100%”.
“La combinazione dei business dichiarata dall`Ad Lovaglio è la naturale conseguenza della volontà di proteggere e valorizzare i due marchi storici della finanza italiana. Senza questi presupposti, le lavoratrici ed i lavoratori potrebbero perdere fiducia nel progetto industriale che potrà realizzarsi solo con l`investimento qualitativo e quantitativo sull`occupazione. Peraltro – conclude Colombani – l`occupazione in Mediobanca negli ultimi cinque anni è cresciuta da 5.010 a 5.368 persone”.
Infine, per il segretario generale Uilca, Fulvio Furlan, l’operazione annunciata da Mps su Mediobanca deve avere valore industriale e non rispondere a logiche diverse. “L’operazione in primo luogo conferma, come abbiamo sempre sostenuto, la capacità della banca di uscire dalla situazione di grave difficoltà, in cui si è trovata, ed essere protagonista nel settore bancario, preservando l’identità aziendale”, ha sottolineato. “Un risultato raggiunto attraverso la dedizione, l’impegno, la professionalità e il senso di appartenenza con cui lavoratrici e lavoratori di Mps hanno affrontato enormi sacrifici, con l’obiettivo di garantire un futuro all’azienda. In quest’ottica nel 2023, in occasione del rinnovo del CdA, avevamo sostenuto la necessità di una continuità con il percorso intrapreso, che si è concretizzata con la conferma di Luigi Lovaglio come amministratore delegato”.
“Rispetto all’Ops – ha proseguito -, come Uilca da sempre crediamo che le aggregazioni bancarie, se devono esserci, debbano basarsi su una logica industriale di lungo periodo e favorire la costituzione di soggetti bancari consapevoli del proprio ruolo sociale nel Paese, al servizio di famiglie, imprese, territori e a sostegno dell’economia. Aggregazioni che vanno sempre gestite attraverso relazioni sindacali continue e permanenti, al fine di tutelare l’occupazione, che per noi è e sarà sempre prioritaria. Come Uilca, insieme alle altre Organizzazioni Sindacali, monitoreremo le ricadute di queste operazioni sul piano dell’occupazione, attuale e futura, e delle prospettive professionali del personale. Riteniamo fondamentale che l’eventuale nuovo gruppo bancario sia integrato in un sistema del credito al servizio del Paese, con una presenza organica all’interno di Abi, così come l’attuale Mps”.
“In termini generali – ha concluso Furlan -, bisogna far prevalere gli interessi collettivi del Paese e quindi è indispensabile garantire una logica industriale di lungo periodo e l’indipendenza della banca per evitare che prevalgano motivazioni di natura politica, finanziaria e di posizionamento tra grandi azionisti nei principali istituti bancari, assicurativi ed economici del Paese, considerando le implicazioni tra gli istituti coinvolti da questa e da altre possibili operazioni”.