“Ci sono due valutazioni, una tecnica e una politica. Quella tecnica è che da una parte c`è Mps è una banca dedicata al credito tradizionale alle piccole e medie imprese e alle famiglie, e dall`altra c`è Mediobanca che è una grande banca d`affari attiva con le grandi imprese e nella gestione di grandi capitali. Se l`operazione la inquadriamo in quest`ottica, cioè in chiave industriale, questa particolarità può diventare un valore: è la combinazione vincente di due visioni differenti di fare banca”. Cosi’ il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, commenta l’ipotesi dell’Ops lanciata da Monte Paschi sull’istituto di Piazzetta Cuccia.
“L`anomalia finanziaria – ha proseguito Sileoni – sta in una iniziativa di una banca, Mps, che ha una capitalizzazione più bassa di quella che vuole comprare. Per quanto riguarda la valutazione politica, in pochi ricordano che la Bce aveva da tempo indicato allo Stato l`uscita da Mps, prova ne è che in due anni lo Stato è sceso dal 67% all`11%. Quando nel 2022 Mps ha presentato al Mef i suoi obiettivi, tra questi c`era la creazione anche di una operazione di carattere finanziario. Chi ha messo in piedi una operazione del genere, ha avuto una importante visione, che noi riteniamo positiva, perché coincide con la nostra valutazione che da sempre e pubblicamente abbiamo avuto su Mps, cioè la sua autonomia negli anni. È una operazione senza impatto sociale, cioè senza esuberi”.
“Credo che sia sempre stato il primo, vero obiettivo degli azionisti del Monte dei Paschi e anche del governo, quindi una operazione al 50% di mercato e al 50% di carattere politico. Alla fine, decisiva sarà la valutazione della Banca centrale europea che, come tutti sanno, farà una valutazione autonoma rispetto alla politica. In sintesi: si tratta di un`operazione diversa dalle solite, perché, se andasse in porto, potrebbe integrare perfettamente, dal punto di vista dell`offerta dei prodotti, banche di clienti famiglie e piccole e medie imprese e grandi aziende”, ha concluso Sileoni.