Non si ferma la tragedia dei morti sul lavoro. Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio Vega di Mestre il 2024 si è chiuso con 1.090 decessi, in aumento del 4,7% rispetto al 2023 quando i decessi sono stati 1.041. Le regioni finite in zona rossa, dove l’incidenza supera del 25% la media nazionale che si attesta a 34,1 morti ogni milione di abitanti, sono Basilicata, Valle d’Aosta, Umbria, Trentino-Alto Adige, Campania, Sardegna e Sicilia. In zona arancione si posizionano Molise, Calabria, Emilia-Romagna e Puglia, in quella gialla Abruzzo, Liguria, Lazio, Toscana, Lombardia, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia. E, infine, in zona bianca Veneto e Marche.
Nello specifico i dati ci dicono che le morti in occasione di lavoro sono state 805, 6 in più rispetto al 2023, e 285 in itinere, con incremento di 43 decessi. In numeri assoluti la Lombardia è a regione con il tasso più alto di morti, 131, seguono Campania con 84, Lazio 73, Emilia Romagna 71 e Sicilia 65, Veneto 54, Piemonte 51, Toscana 49, Puglia 45, Sardegna 27, Trentino-Alto Adige 26, Liguria 21, Calabria e Umbria 19, Abruzzo 17, Basilicata 16, Marche 15, Friuli-Venezia Giulia 14 e Valle d’Aosta e Molise 4.
Sono, inoltre, gli ultrasessantacinquenni i più colpiti, con un’incidenza di 138,3 decessi, seguiti da chi ha trai i 55 e i 64 anni, dove il dato si attesta a 54,5 morti. Anche se è questa fascia d’età che registra il numero più alto di infortuni mortali, 297 su 805. Inoltre anche la nazionalità pesa diversamente sul rischio di morte. Tra i lavoratori stranieri l’Osservatorio segnala 74,2 morti ogni milione di occupati, contro i 29,7 degli italiani. In assoluto gli stranieri morti in costanza di lavoro sono stati 176, 51 quelli in itinere. Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro tra gennaio e la fine di dicembre 2024 sono 52, 34 i decessi itinere. Tra i settori sono le costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro 156. Seguono i trasporti e magazzinaggio 111, le attività manifatturiere, 101, e il commercio 58.
Le denunce di infortunio crescono dello 0,7% sul 2023, da 585.356 a 589.571. quelle in costanza di lavoro sono state 490.725: 163.747 per le donne e 326.978 per gli uomini. Sono le attività manifatturiere il settore con il dato più alto, 70.842, seguono le costruzioni, 37.220, il trasporto e il magazzinaggio, 34.698, e il commercio 33.050.
Il numero maggiore di denunce di infortuni viene censito tra gli italiani, con 388.876, mentre tra gli stranieri sono 101.849. La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 130.010 denunce, il 22,1% del totale.
Tommaso Nutarelli