“Nei prossimi due esercizi saranno in funzione entrambi i forni. L’obiettivo è quello, nonostante i risultati negativi degli ultimi sei anni, di dimostrare come sia possibile arrivare a un ragionevole livello di profittabilità con tale assetto produttivo e quindi con entrambi i forni in funzione. Se questo risultato sarà raggiunto e se il mercato ne giustificherà l’utilizzazione, i due forni continueranno a operare insieme”. E’ questo uno dei passi della lettera che l’ad di Ast Lucia Morselli ha voluto inviare ai lavoratori, che oggi saranno in assemblea a Terni.
Altro punto riguarda i risparmi necessari, così la riduzione del costo del lavoro di circa 30 milioni anno che “Ast ha pianificato di raggiungere con 290 usuberi e una riduzione dell’onere del contratto integrativo di circa 14 milioni di euro”.
”L’amministratore delegato, dopo 4 mesi dall’inizio del suo incarico, anche su sollecitazione di alcuni dipendenti, ritiene opportuno – scrive – fornire un quadro informativo sulla situazione aziendale in essere”. Per quanto riguarda gli azionisti, l’amministratore delegato conferma l’impegno della ThyssenKrupp a rilanciare Ast come produttore di riferimento di acciaio inox nel mercato europeo e conferma come la stessa ThyssenKrupp non abbia intenzione di iniziare alcun processo di vendita di AST. Per quanto riguarda le attività aziendali, l’Ad conferma l’intenzione di mantenere l’integrità del sito produttivo di Terni escludendo qualsiasi ipotesi di smantellamento degli impianti”.
Per i vertici Ast, l’obbiettivo e’ risparmiare, per raggiungere i “necessari livelli di efficienza”, con 100 milioni di riduzione costi. Cio’ e’ indispensabile – scrive Morselli – per salvare l’azienda, riportarla in sicurezza e da qui rilanciarla con aggressività e determinazione per garantirsi un ruolo da protagonista nel mercato mondiale.
Morselli nella lettera ai lavoratori, parla di “sacrifici dolorosi ma necessari; dagli esuberi – sottolinea – vanno dedotti i 165 colleghi che ad oggi, hanno già pianificato di lasciare l’azienda e, per quel che riguarda l’integrativo, il sacrificio è richiesto perchè riduce di 260 il numero complessivo degli esuberi, come inizialmente previsto consentendo così ad Ast di mantenere un organico strutturato per una capacità produttiva di circa un milione di tonnellate. “L’azienda – sottolinea l’Ad – ha deciso inoltre di sostenere i colleghi che intendono risolvere il loro rapporto di lavoro con un contributo straordinario di 80 mila euro”.