Il governo considera “prioritaria” la tutela della salute e dell’ambiente e considera altresì il polo produttivo di Taranto “un asset strategico per l’economia regionale e nazionale”, la cui chiusura potrebbe comportare un impatto negativo sull’economia di 8 miliardi annui. E’ la posizione espressa dal premier Mario Monti al tavolo di palazzo Chigi, riassunta in una nota dell’ufficio stampa di palazzo Chigi.
Il funzionamento del polo industriale, si ricorda infatti nella nota, oltre al territorio della Regione Puglia, coinvolge direttamente anche gli stabilimenti dell’Ilva in Liguria e Piemonte (Genova, Novi Ligure e Racconigi) e fornisce acciaio a diverse realtà industriali e straniere. Da qui la strategia del governo, concordata nel Cdm del 5 settembre, che mira ad “assicurare l’equilibrio tra la continuità produttiva, la sostenibilità ambientale, e la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini”. Una strategia che però “mira anche a evitare un impatto negativo sull’economia stimato di 8 miliardi di euro annui”.
Nella nota di palazzo Chigi si sottolinea che “negli ultimi mesi il Governo ha seguito con attenzione tutti gli sviluppi del caso Ilva: inizialmente, a luglio, con la firma di un protocollo di intesa e lo stanziamento di 336 milioni di euro per favorire il superamento della cause che avevano portato nei giorni precedenti al sequestro di una parte degli impianti. Il 5 settembre, a seguito della riunione organizzata dal Governo a Taranto del 17 agosto, il Consiglio dei Ministri ha concordato una strategia condivisa con le amministrazioni territoriali, con una finalità importante: assicurare l’equilibrio tra la continuità produttiva, la sostenibilità ambientale, e la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini. Una strategia che mira anche a evitare un impatto negativo sull’economia stimato di 8 miliardi di euro annui”.
“Segue la stessa linea – continua la nota – il rilascio da parte del Ministro dell’Ambiente dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA) che anticipa le prescrizioni e gli obiettivi fissati dall’Unione europea, che entreranno in vigore nel 2016.
L’AIA prevede che le procedure e i tempi del risanamento non interferiscano con l’esercizio ordinario dell’attività industriale. Il 15 novembre è stato approvato il piano di interventi che stanzia le risorse necessarie, stimate in circa 3 miliardi di euro, per il risanamento ambientale dell’azienda e quello della città di Taranto. Il piano ha definito un cronoprogramma, dal 2012 al 2014, con le priorità degli interventi”.