Rottura al tavolo su Mirafiori. È stata la Fiat a decidere di chiudere il confronto con i sindacati parchè a suo dire non ci sono le condizioni per realizzare l’investimento a Mirafiori. La rottura si è consumata dopo che l’azienda ha ribadito di non voler applicare per lo stabilimento il contratto nazionale di Federmeccanica e Fim e Uilm hanno chiesto alcuni giorni per riflettere sulla questione. La Fiom ha invece confermato la sua assoluta contrarietà alla non applicazione del contratto nazionale. Sugli altri punti le posizioni tra Fiat e Fim e Uilm non sono così lontane. Rimaneva qualche distanza sul tema della lotta all’assenteismo perchè la Fiat propone di non pagare i primi tre giorni di malattia, mente i sindacati chiedono che l’azienda non paghi solo il primo giorno.
“La situazione è complicatissima, si è inceppata”. Lo ha detto il responsabile Auto della Fim, Bruno Vitali, per il quale “la Fiat dovrà decidere nei prossimi giorni se quel testo può essere modificato, per noi deve comunque confermare l’investimento per Mirafiori”. “Abbiamo mantenuto – prosegue – la riserva sul contratto nazionale perché per noi va applicato anche alla joint venture”.
Eros Panicali, segretario nazionale della Uilm ribadisce che i sindacati non hanno detto di no alla sostituzione del contratto metalmeccanico con uno aziendale, hanno solamente chiesto del tempo per confrontarsi con i lavoratori. Il sindacalista si augura che tra qualche giorno il dialogo possa ripartire.
Più netta la posizione della Fiom. Per Giorgio Airaudo, responsabile auto della Fiom, “non c’è da stupirsi della piega che il confronto ha preso, da Pomigliano diciamo che la Fiat vuole costruire un suo contratto aziendale al posto di quello nazionale”. Per il sindacalista “è stato un errore seguirli sulla strada delle modifiche contrattuali e delle deroghe”.
Diversa l’opinione del segretario generale Fismic, Roberto Di Maulo che addossa la colpa della rottura a Fim e Uilm. “Abbiamo provato a sbloccare la situazione – ha detto – ma oltre al no della Fiom, Fim e Uilm si sono riservate di decidere assumendosi una responsabilità gravissima”.
L’Ugl Metalmeccanici, attraverso il suo segretario generale, Antonio D’Anolfo, ribadisce la sua disponibilità a trovare un’intesa, purché richiami quella di Pomigliano. “Fim e Uilm non hanno detto no all’accordo – aggiunge – ma hanno solo chiesto del tempo”.
Infine il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, fa un appello alla responsabilità delle parti per “il bene comune”: “L’investimento ipotizzato da Fiat per lo stabilimento di Mirafiori – dice Sacconi – è talmente importante per il futuro dei lavoratori, del territorio, dell’intero gruppo e dell’economia italiana da meritare la ripresa del dialogo tra le parti con priorità di attenzione a quegli aspetti sostanziali che consentono la piena utilizzazione degli impianti con i conseguenti incrementi retributivi detassati”.
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