Il comparto della pelletteria nel 2010 ha recuperato una quota del 16,9% nel valore della produzione, risalita a 3,7 miliardi di euro. I dati sono forniti dall’Aimpes, l’associazione dei produttori, a pochi giorni dall’appuntamento fieristico di Mipel, in programma a Fieramilano dal 6 al 9 marzo.
Come sempre, a tirare è l’export mentre stagnano i consumi interni. La prima voce è ,infatti, cresciuta in valore del 19,5% negli undici mesi del 2010, toccando i tre miliardi, ovvero quasi ai livelli ante crisi. La ripresa ha riguardato tutti i principali mercati tra cui il Giappone (+7,7%), gli Usa (+26,7%), la Germania (+16,8%), la Russia (+12,65).
Le famiglie italiane, invece, hanno acquistato prodotti in pelle per un valore pari a oltre 1,7 miliardi, in aumento del 2,1 in valore ma in calo dell’1,6% in quantità. Un fenomeno sul quale pesa anche l’annosa piaga della contraffazione. Il mercato illegale, spiegano all’Aimpes, è stimato in Italia nell’ordine dei 30 milioni di borse.
Sono cresciute infine del 17,6% le importazioni, arrivate a quota 1,6 miliardi, con la Cina naturalmente nel ruolo di primo mercato di provenienza.
Le previsioni per il 2011 sono all’insegna dell’ottimismo. “Da quello che ho visto in questi mesi – spiega il presidente di Aimpes, Giorgio Cannara – mi sembra che ci sia un buon interesse per la pelletteria italiana”. (LF)
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