“Quella dei call center rischia di essere una nicchia di povertà dentro un settore, quello delle tlc, altamente innovato e innovativo, e questa è la prima contraddizione”. A dirlo è il segretario generale della Slc Cgil, Emilio Miceli, nel corso della III Conferenza nazionale delle lavoratrici e lavoratori dei call center.
Il leader dei lavoratori delle tlc della Cgil ha ribadito che il settore è minacciato più in generale dai processi di delocalizzazioni a cominciare dall’italiana Alitalia “che pensa di servire nel migliore dei modi i propri clienti ricorrendo ai call center in Albania”. Inoltre, prosegue, “il popolo dei part time non più giovane è desideroso di avere retribuzioni tali da poter vivere decorosamente”. Oggi è all’ordine del giorno, spiega il sindacalista, il problema dell’innalzamento dell’orario di lavoro.
Il sindacato delle tlc ha chiesto al governo di inaugurare un tavolo per affrontare i problemi del lavoro e dell’impresa. E’ arrivata una risposta positiva, ma poi di fatto non è accaduto nulla. Per questo Fistel Cisl, Slc Cgil e Uilcom Uil hanno deciso di riprendere la mobilitazione sulla base di un’analisi condivisa. “Passeremo unitariamente dalle parole ai fatti”, ha concluso Miceli. (FRN)