“La straordinaria riuscita dello sciopero nazionale di 8 ore di oggi in tutta Italia ha visto centinaia di migliaia di metalmeccaniche e metalmeccanici manifestare nelle principali città industriali del Paese da nord a sud. Con oggi sono 24 le ore di sciopero complessivamente realizzate dalle lavoratrici e dai lavoratori per riaprire la trattativa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro”. Cosi i tre leader di Fiom Fim e Uilm, Michele De Palma, Ferdinando Uliano e Rocco Palombella, commentano l’esito della giornata di sciopero generale della categoria per sollecitare la ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto.
“Esprimiamo soddisfazione per la riuscita dello sciopero e ringraziamo delegati e lavoratori che hanno dato una grande prova di partecipazione, forza e intelligenza di fronte alla rottura del tavolo di confronto con Federmeccanica, Assistal e Unionmeccanica”, proseguono i tre segretari, sottolineando che “nell’attuale contesto economico, industriale e sociale riteniamo necessaria una piena assunzione di responsabilità per rimettere al centro il ruolo e il valore dell’industria metalmeccanica. Il rinnovo del CCNL è lo strumento fondamentale di difesa e rilancio del lavoro industriale e della nostra economia”. Fiom Fim e Uil ritengono necessaria la riapertura della trattativa e la ripresa di positive relazioni industriali: “Sarebbe irresponsabile in questo contesto continuare a negare il confronto contrattuale”. Nel confermare il blocco delle flessibilità e degli straordinari, e in assenza di una ripresa della trattativa, per i primi giorni di aprile le segreterie di Fim Fiom e Uilm decideranno ulteriori azioni più incisive ed estese di manifestazioni e scioperi.
Alla mobilitazione di oggi – che ha visto manifestazioni nelle principali città e decine di migliaia di manifestanti – dopo la rottura della trattativa con la rappresentanza delle piccole e medie imprese dello scorso 17 marzo, si sono uniti anche i dipendenti delle aziende che applicano il contratto Unionmeccanica.
Molte le fabbriche ferme perché i lavoratori hanno incrociato le braccia. Secondo i primi dati forniti dai sindacati, e’ rimasta chiusa la Lagostina di Cusio, completamente vuota la Fincantieri di Marghera e gli appalti del polo petrolchimico di Siracusa. Adesione ben oltre il 90%, tra le altre, alla Isringhausen di Chieti, negli stabilimenti Leonardo di Napoli, alla Argo Tractors di Reggio Emilia, alla Electrolux di Pordenone, alla Skf di Bari, alla Motovario di Modena, alla Magna di Livorno, alla Omr di Rovereto. Tra l’80 e il 90% si è scioperato alla Safas di Vicenza, tra le linee di montaggio della Brembo di Bergamo, alla Cvc di Perugia, alle Acciaierie d’Italia di Racconigi, alla Mec Track di Bologna, alla Baker Hughes di Vibo Valentia, alla Acciai speciali Terni, alla Trigano di Siena, alle Acciaierie Valbruna di Bolzano, alla Denso di Torino, alla Ceby Italy di Ancona, nel Gruppo Cimbali a Milano, alla Calvi di Lecco, in tutto il settore delle riparazioni navali di Genova, alla Abb di Frosinone ecc. Ottima l’adesione anche alla Eviosys di Salerno, alla Sirti di Palermo, alla CapGemini di Roma.