Poco sopra i 123 euro, 94 in più di quanto previsto. E’ questo l’aumento medio sui minimi che un milione e mezzo di lavoratori metalmeccanici riceveranno nel mese di giugno, sulla base dell’indice dei prezzi al consumo per il 2022, in virtù della clausola di salvaguardia presente nel contratto di categoria, sottoscritto due anni fa. Grazie a questo punto i meccanici possono godere di aumenti superiori ai 27 euro stabiliti al momento dell’accordo nel caso in cui l’inflazione registrata a consuntivo sia superiore rispetto a quelle stabilita durante la sottoscrizione. In altre parole una sorta di scala mobile che adegua le retribuzioni al costo della vita.
“Il contratto dei metalmeccanici difende il potere d’acquisto dei salari delle lavoratrici e dei lavoratori. Il Governo deve intervenire con un provvedimento legislativo per detassare il salario in paga base dei lavoratori”. Lo dichiara in una nota Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil. “A giugno 2023, sulla base dell’indice Ipca per l’anno 2022 depurato dall’inflazione dei beni energetici importati, come pubblicato oggi dall’Istat, le metalmeccaniche e i metalmeccanici riceveranno un incremento sui minimi pari a 123,40 euro mensili (livello C3), equivalenti a 6,6 punti percentuali. Gli aumenti salariali – prosegue De Palma – sono stati conquistati grazie alla clausola di garanzia inserita nell’ultimo rinnovo contrattuale del 5 febbraio 2021 che adegua le retribuzioni all’aumentare del costo della vita”.
“Si tratta di una soluzione positiva, unica nel panorama contrattuale del nostro Paese, originale e frutto di un contratto innovativo e maturo”, afferma Roberto Benaglia, segretario generale Fim-Cisl. “Determinare gli aumenti salariali durante e non solo a fine contratto è una scelta pragmatica e molto utile. Con questa formula – sostiene il numero uno della Fim – mettiamo nelle buste paga dei metalmeccanici un robusto sostegno economico, recuperando subito il potere d’acquisto eroso dall’inflazione, senza dover aspettare la scadenza del contratto fra un anno”.
“Certo – continua il sindacalista – questo importante risultato lascia aperta una verifica complessiva sulla difesa dell’intero potere di acquisto delle buste paga, che andrà verificata a fine contratto. L’Ipca depurata dall’inflazione dei beni energetici importati è un parametro che nel medio-lungo periodo ha sempre retto, ma oggi sconta un forte scostamento al ribasso dovuto alla grande crescita dei prezzi di gas ed elettricità dello scorso anno.Inoltre data l’attuale situazione inflattiva e la necessità di un recupero reale della perdita causata dall’inflazione, chiederemo alle singole aziende di non procedere all’assorbimento dei superminimi per la quota degli aumenti contrattuali”.
“Imposteremo – ha precisato Benaglia – la prossima piattaforma contrattuale con due obiettivi salariali: riaffermare la piena difesa del potere di acquisto tipica del ruolo dei CCNL e riacquisire quell’incremento dei salari reali legato al valore del lavoro e alla riforma dell’inquadramento che avevamo pattuito che il rialzo dell’inflazione ha bruciato.”
“Ancora una volta – afferma Rocco Palombella, segretario generale della Uilm-Uil – siamo stati lungimiranti adottando una soluzione unica nel suo genere, uno strumento importante che adeguando i salari al costo della vita restituisce ai nostri lavoratori una parte del potere di acquisto che avrebbero altrimenti perso. In vista del prossimo rinnovo del contratto, in scadenza a giugno 2024, sarà fondamentale partire da queste basi – aggiunge – occorrerà garantire il mantenimento della clausola di salvaguardia e puntare ancora sull`incremento salariale e sul recupero del potere di acquisto”.
“In vista del prossimo rinnovo del contratto, in scadenza a giugno 2024 – aggiunge il sindacalista della Uilm – sarà fondamentale partire da queste basi. Innanzitutto, occorrerà garantire il mantenimento della clausola di salvaguardia e puntare ancora sull’incremento salariale e sul recupero del potere di acquisto, poiché luce del cambiamento epocale che si sta determinando, il recupero dell’inflazione non può essere considerato sufficiente a garantire ai lavoratori una vita dignitosa”.
“In un momento storico come questo, di enormi difficoltà, il sindacato metalmeccanico ha fatto sicuramente la differenza e senza ombra di dubbio continuerà a farla”, conclude Palombella.
Tommaso Nutarelli