Un mercoledì nero per Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che ha lasciato sul terreno il 4,83% scivolando sotto la soglia dei 18 mila punti a 17.967, valori che non si vedevano da circa due anni. L’andamento ribassista è favorito dall’andamento negativo della Borse Usa, al pari di quelle europee, tutte in profondo rosso. Milano, comunque, risulta la seconda peggiore borsa europea dopo Atene dove la flessione è superiore al 5%. Tanto che nelle sale operative si parla esplicitamente di una situazione da “capitulation day, giorno della capitolazione”, cioè una ondata di panico dove gli scambi aumentano di pari passo a ribassi sempre più profondi.
Ad essere travolti oggi sono tutti i listini mondiali, a partire questa mattina dalle forti perdite accusate in Asia, (Tokio ha chiuso a meno 3,7, il livello piu’ basso da 15 mesi) per proseguire con Parigi (-3,45%) e Londra (-3,46%) “Panic sell in atto”, ha sintetizzato un analista. A pesare i rinnovati timori per la crescita globale (denunciati dal FMI) e il continuo crollo del prezzo del greggio, sceso oggi sotto i 28 dollari. Si profila un avvio di seduta in pesante ribasso anche a Wall Street: a quasi 5 ore dall’apertura, i contratti futures sull’indice Dow Jones calano del 2 per cento, quelli sul Nasdaq del 2,19 per cento e i futures sullo Standard & Poor’s 500 scivolano dell’1,86 per cento.
A Milano nessun titolo del paniere principale ha chiuso col segno più. Ed e’ un tracollo ormai senza fine per Mps e Carige, gli istituti bancari considerati più vulnerabili, nel mirino del mercato da tre giorni. Nonostante il divieto alle vendite allo scoperto e le rassicurazioni proveniente da più fronti – dall’Ad di Mps, Viola, al ministro dell’Economia Padoan – le azioni del Monte Paschi hanno accusato una perdita del 22%, sprofondando a 0,51 euro e portando la capitalizzazione di Borsa sotto quota 1,5 miliardi.
Ma oggi a essere sotto attacco non state solo le banche: l’ondata di vendite non ha risparmiato nessuno. Saipem, complice il continuo calo del prezzo del petrolio, ha chiuso in calo del 10,44%. Malissimo anche Anima (-8,96%), Buzzi (-7,22%), Exor (-7,12%). Le tensioni si sono fatte sentire oggi anche sui nostri titoli di Stato, con lo spread tra Btp e Bund decennali che nel corso della seduta è arrivato a toccare fino a 126 punti rispetto ai 109 della chiusura di ieri.
Intanto a gettare acqua sul fuoco e’ intervenuto il presidente della Commissione Ue: “Non vedo il rischio di una grave crisi bancaria” nell’area euro nei prossimi mesi, ha detto Jean-Claude Juncker, rispondendo ad una domanda sui pesanti cali in Borsa delle banche italiane.